Processo Bergamini, Carpeggiani: «Denis in dieci minuti disse no al Parma e scelse il Cosenza»
Seconda udienza settimanale del processo Bergamini, dove il protagonista principale è stato l’ex procuratore sportivo di Denis, Bruno Carpeggiani, tra gli agenti più importanti in Italia, originario di Forlì. L’argomento trattato durante l’istruttoria dibattimentale odierna è quello del mancato trasferimento al Parma nel luglio del 1989. Circostanza che chiarisce il fatto che l’ex centrocampista del Cosenza non avesse alcun pregiudizio sulla città dei bruzi, visto che a parità di condizioni economiche scelse la maglia rossoblù e non quella gialloblù.
Processo Bergamini, il calciomercato del 1989 a Milano Fiori
Bruno Carpeggiani è stato esaminato prima dal pubblico ministero Luca Primicerio e poi dal collegio difensivo. Nella prima parte della testimonianza, l’agente dei calciatori ha ricostruito la breve conoscenza con Denis Bergamini. Il mandato per rappresentarlo nelle trattative con i club professionistici fu firmato il 9 febbraio del 1989. I primi approcci, relativamente al calciomercato, iniziarono invece a luglio, a Milano Fiori, sede ufficiale dei trasferimenti dell’epoca. «Non c’erano offerte da squadre di serie A, solo un interessamento da parte della Fiorentina, visto che Bruno Giorgi lo conosceva bene. Ma pesava la sua condizione fisica dopo l’infortunio avuto nei mesi antecedenti. Io lo vidi otto giorni prima di morire, era sereno e tranquillo».
Processo Bergamini, Denis rifiutò il Parma e accettò il rinnovo con il Cosenza
La trattativa con il Parma si svolge nel luglio del 1989. Nell’albergo di Milano Fiori sono presenti inizialmente Denis Bergamini, Bruno Carpeggiani e gli altri direttori sportivi. All’epoca Donato era svincolato e cercava squadra. Si presentò l’offerta concreta del Parma, presentata da Giovambattista Pastorello, che in quegli anni costruiva la rosa allenata da Nevio Scala, ex allenatore della Reggina. «Denis mi lasciò il contratto firmato in bianco, perché nell’hotel c’era tanto trambusto e preferì andare via. Pastorello mi contattò e mi disse che avrebbe preso Bergamini. Glielo riferii e mi disse “ok, vado a Parma”, e ricordo che risposi che sarebbe stato giusto avvisare il Cosenza. Insomma, era praticamente fatta. Il tempo materiale di scendere dalla mia stanza, circa dieci minuti, trovai i dirigenti dell’epoca, forse Pagliuso, Lamacchia e Antonio Serra, i quali mi dissero che il giocatore sarebbe rimasto a Cosenza alle stesse condizioni contrattuali che offriva il Parma. Dopodiché contattai di nuovo Bergamini e mi confermò che sarebbe rimasto a Cosenza. Pastorello ci rimase male e sinceramente non ho mai capito il perché della scelta. Il Parma era una formazione ambiziosa che da lì a poco sarebbe salita in serie A, facendo un exploit con Tanzi alla presidenza. Supposi dunque che volle rimanere a Cosenza perché era sicuro di giocare, mentre a Parma doveva guadagnarsi il posto», ha detto Carpeggiani che, incalzato sulla questione relativa ad Isabella Internò, ha chiarito: «Non ho mai saputo nulla della sua vita privata, ho appreso questa storia solo dopo la sua morte, ma lui non mi ha mai detto niente».
Processo Bergamini, le cifre del contratto firmato da Denis nel 1989
Il Cosenza nel 1989 fece firmare a Bergamini un contratto da 157 milioni di lire lordi per la stagione 1989-90 e 192 milioni di lire lordi per la stagione 1990-1991. «L’intenzione, in realtà, era quello di fare un buon campionato, magari tentando la promozione in serie A, per venderlo poi nell’estate del 1990» ha precisato l’agente sportivo. L’ingaggio rispetto all’ultimo contratto firmato con i Lupi era praticamente raddoppiato. Della volontà di restare in riva al Crati, ne aveva parlato anche Gigi Simoni, ex portiere dei Lupi, nell’udienza svoltasi a gennaio 2022.
Carpeggiani poi ha ricordato il momento in cui apprese della sua scomparsa. «Lessi un articolo sul Corriere dello Sport e chiamai il ds dell’epoca Roberto Ranzani, che mi disse che Denis si era suicidato. Rimasi disorientato e sconcertato, poi ho avuto dubbi visto che otto giorni prima era sereno e tranquillo».
Processo Bergamini, il controesame di Bruno Carpeggiani
Nel controesame, l’avvocato Rossana Cribari ha letto un’intercettazione tra Bruno Carpeggiani e Gigi Simoni, nel corso della quale i due commentavano la riapertura delle indagini, le persone che avrebbe sentito la procura di Castrovillari e il fatto che il procuratore sportivo si sarebbe dovuto presentare a Casalecchio di Reno per essere ascoltato dagli investigatori. Anche in questo caso ha evidenziato che le sue perplessità sulla scelta di Bergamini di rimanere a Cosenza erano legate soltanto da aspetti di natura calcistica e non sentimentale. «L’ultima volta che vidi la famiglia Bergamini, direi il padre Domizio, è stato nel 1990, quando il Cosenza mi consegnò gli ultimi stipendi dovuti a Denis. Poi non ho visto nessuno di loro» ha concluso.
Processo Bergamini, in aula il medico sociale Enrico Costabile
Il secondo e ultimo testimone di giornata è stato il medico sociale del Cosenza calcio, Enrico Costabile, responsabile sanitario sia dell’epoca che attuale. «Ho conosciuto Donato Bergamini, era un grande professionista. Ricordo bene il giorno dell’infortunio. Era i 7 gennaio del 1989, in ritiro durante la partitella prima della gara, Denis scivolò sul campo ghiacciato. Ebbe un trauma distorsivo che causò una lacerazione capsula legamentosa. Lo accompagnai a Pavia, che in quel momento era la miglior clinica ortopedica d’Italia, e venne curato dai sanitari che decisero di non operarlo, ma di applicare un gesso che tenne se non ricordo male per quattro settimane. Poi tornò a Cosenza e fu trattato da noi con il contributo di un centro fisiatrico cittadino. Tornò a giocare nel derby contro il Catanzaro. Ovviamente il ritorno in campo significava che era a posto fisicamente per disputare una partita, ma per tornare ai livelli pre-infortunio ci voleva del tempo. Questo valeva per Bergamini come per tanti altri».
L’ortopedico Enrico Costabile incontrò Denis Bergamini a Torremezzo nel mese di agosto, ma non ricorda di preciso l’anno, insieme a Michele Padovano. «Io ero in spiaggia e poco dopo lui andò da Isabella Internò». E ancora: «Alla notizia della sua morte ho pianto, era un ragazzo voglioso di fare bene». Nel controesame, invece, l’avvocato Angelo Pugliese ha chiesto se durante il periodo di recupero dall’infortunio o in altri momenti, Denis Bergamini si fosse confidato con lui: «Mai fatto confidenze, parlavamo solo di cose calcistiche, non ho mai saputo che voleva sposarsi». Nella prossima udienza, infine, saranno sentiti Massimiliano De Pasquale, Carmela Parise, Nadia Longo, Fabrizia Principe e Loredana Cava.