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09/07/2025 ore 13.58
Cronaca

Processo Crypto, Porcaro e Suriano condannati anche a Reggio Calabria | NOMI

Rideterminate le pene di 40 imputati ma quelle dei due cosentini sono più alte dei rosarnesi che da promotori passano a partecipi. Caduta l'aggravante della transnazionalità

di Antonio Alizzi

Rideterminate le pene di 40 imputati ma quelle dei due cosentini sono più alte dei rosarnesi che da promotori passano a partecipi. Caduta l'aggravante della transnazionalità

La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha emesso questa sera la sentenza di secondo grado nel processo Crypto, l’inchiesta della Dda di Reggio Calabria contro una presunta associazione a delinquere dedita al narcotraffico.

Rispetto al giudizio di primo grado, la sentenza stabilisce che i rosarnesi non sarebbero i promotori dell’ampio sodalizio criminale, ma semplici partecipi. Il collegio giudicante ha rideterminato 40 posizioni, ma le condanne inflitte a Roberto Porcaro e Francesco Suriano restano tra le più alte, insieme a quella di Francesco Cambria. In appello è caduta l’aggravante della transnazionalità. Tuttavia, in un caso si sarebbe verificato un errore materiale che, a quanto pare, sarà corretto in sentenza: si tratta della posizione di Alessio Martello.

La pubblica accusa è stata rappresentata dal sostituto procuratore generale Vincenzo Luberto, che nei prossimi giorni lascerà Reggio Calabria per fare ritorno a Catanzaro, dove assumerà il ruolo di procuratore aggiunto.

In sostanza, la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha ridefinito i ruoli del gruppo Cacciola-Certo-Pronestì, che in primo grado, con rito abbreviato, aveva ricevuto il massimo della pena. Sarà necessario attendere le motivazioni per comprendere il ragionamento adottato dai giudici.

Processo Crypto, la sentenza di secondo grado

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