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19/09/2025 ore 15.42
Cronaca

Recovery, parte il dibattimento: i rapporti con i Calabria e la spedizione punitiva ad Acri

Primo teste qualificato in Aula sentito dalla pubblica accusa rappresentata dal pm antimafia Corrado Cubellotti. Nel mirino i presunti tentacoli criminali della cosca degli italiani riguardo al narcotraffico

di Antonio Alizzi

È ripreso oggi a Cosenza il processo Recovery, l’inchiesta antimafia della Dda di Catanzaro sul clan degli Italiani, accusato anche di aver costituito un’associazione a delinquere dedita al narcotraffico, operante tra Cosenza, Rende e altri comuni limitrofi.

Dopo le questioni preliminari, il dibattimento è entrato nel vivo con la deposizione nell’aula della Corte d’Assise di Cosenza del commissario Donato, all’epoca ispettore di Polizia, sentito dal pubblico ministero Corrado Cubellotti. Il teste ha illustrato la prima parte della lunga informativa redatta dalla Polizia di Cosenza.

L’avvio dell’esame ha ripreso in gran parte temi già emersi nel processo Reset, con alcune novità relative ai presunti rapporti criminali tra le cosche cosentine e il presunto gruppo Calabria di San Lucido. Al centro, sempre lo spaccio di droga, con particolare riferimento a Michele Rende, indicato come uno dei presunti partecipi della vasta articolazione cosentina.

Nel prosieguo dell’udienza, il commissario ha affrontato la posizione di altri imputati, per la maggior parte coinvolti nel rito abbreviato. In particolare, ha raccontato del caso di Cardamone, presunto pusher di Acri, finito nel mirino di Antonio Illuminato, considerato vicino al boss Francesco Patitucci. Secondo quanto illustrato, Illuminato avrebbe richiesto a Cardamone il pagamento di una fornitura di droga e organizzato una spedizione punitiva in Sila, aggressione però non concretizzatasi. La testimonianza del commissario Donato proseguirà nella prossima seduta.

Recovery, i nomi degli imputati che hanno scelto il rito ordinario

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