Processo Reset, le arringhe difensive: «Artese, Reda, Bartucci e Briguori vittime, non complici dei clan»
Nel processo Reset, in corso davanti al Tribunale collegiale di Cosenza, prosegue la fase delle arringhe difensive. Gli avvocati degli imputati nell’aula bunker di Castrovillari hanno contestato punto per punto l’impianto accusatorio della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, smontando le ricostruzioni offerte dai collaboratori di giustizia e sottolineando – in più casi – come i loro assistiti siano stati vittime piuttosto che concorrenti della criminalità organizzata.
Ariosto Artese, «vittima degli zingari»
I legali Giorgio Misasi e Luca Acciardi hanno sostenuto che Ariosto Artese sia stato oggetto di estorsione da parte del gruppo degli “zingari”, come dimostrerebbe anche la sentenza emessa nel rito abbreviato. «Non ci sono prove che lo colleghino alla criminalità organizzata», ha detto Acciardi, ricordando come persino la Cassazione, nel giudicato cautelare, abbia escluso vicinanze con ambienti mafiosi. Accuse, dunque, che poggerebbero su intuizioni investigative prive di riscontri. Uno dei pentiti chiave, Franco Garofalo – soprannominato “il bugiardo” negli ambienti criminali – aveva definito Artese vicino a Franco Pino, ma senza fondamento.
Reda, tra accuse di estorsione e assenza di prove
L’avvocato Mario Ossequio, difensore di Francesco e Andrea Reda, ha respinto con decisione l’ipotesi che i suoi assistiti abbiano agevolato o partecipato a un’associazione mafiosa. «Non c’è stata alcuna contribuzione volontaria, nessuna spartizione del territorio sul Gaming», ha spiegato, sottolineando come Porcaro avesse estorto denaro ad Andrea Reda. Inoltre, non esisterebbe alcun contatto diretto tra i Reda e i membri della presunta confederazione mafiosa.
L’avvocato Luca Acciardi, intervenuto anche per Andrea Reda, ha evidenziato l’inconsistenza delle accuse. «Il Gaming, inteso come soldi “in nero”, non è un reato. Gli annullamenti in Cassazione e le assoluzioni nel rito abbreviato lo dimostrano». Ha ricordato che «nessuno degli associati ha mai fatto il nome di Reda», che sarebbe stato a sua volta vittima di estorsione dai tempi di Michele Bruni. Intercettazioni e dichiarazioni dei pentiti, come quelle di Adolfo Foggetti – «contammo i soldi dell’estorsione al ristorante» – mostrerebbero la reale natura del rapporto: non collaborazione, ma assoggettamento.
Giuseppe Bartucci, “vittima come il fratello”
Sempre l’avvocato Acciardi ha definito “inesistenti” le prove a carico di Giuseppe Bartucci. L’imputato – ha spiegato – sarebbe stato tra i più intercettati del processo, ma le indagini avrebbero restituito un quadro privo di elementi indiziari concreti. Suo fratello risulta persona offesa in una tentata estorsione documentata da captazioni a carico di Marco e Luigi Abbruzzese. I pentiti hanno parlato genericamente della presenza di affiliati presso i cantieri Bartucci, ma «nessuna relazione di servizio conferma ciò». Le affermazioni sul presunto ruolo di beneficiario dei “cestini” sarebbero inoltre riferite ad altra persona.
Agostino Briguori, «progetto esecutivo realizzato»
L’avvocato Giuseppe Bruno ha difeso Agostino Briguori respingendo le contestazioni di truffa e riciclaggio. Il finanziamento pubblico oggetto d’indagine – ha dichiarato – «è stato ottenuto regolarmente nel 2015, e il progetto è stato portato a termine». L’unico collegamento con Roberto Porcaro risalirebbe a una vecchia conoscenza maturata in carcere. «Briguori non ha mai eluso misure patrimoniali – ha aggiunto Bruno – e non esistono rapporti di cointeressenza». Quanto alle intercettazioni, la difesa ha definito «drammatiche» le interpretazioni investigative, ricordando che «la Cassazione ha già chiarito i limiti di questo mezzo di prova». Il penalista di Paola, parlando quasi un’ora, ha spiegato la liceità delle condotte che in realtà la Dda di Catanzaro ritiene siano state illecite.
Domani riprendono le discussioni difensive. Ultima udienza il 30 giugno in attesa di capire se lo stesso giorno ci saranno le repliche dei pm Vito Valerio e Corrado Cubellotti o se verrà fissata un’altra data.