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20/09/2023 ore 13.20
Cronaca

Procuratore aggiunto di Cosenza, nomina impugnata al Tar del Lazio

Il ricorso è stato presentato dal pm della procura di Salerno Francesco Rotondo nei confronti di Antonio D'Alessio e Antonio Bruno Tridico
di Antonio Alizzi

Impugnata al Tar del Lazio la nomina di procuratore aggiunto di Cosenza. A presentare ricorso è stato il magistrato Francesco Rotondo non solo avverso la delibera del Csm che ha indicato il togato Antonio D’Alessio quale successore della collega Marisa Manzini, ma anche contro la proposta A della quinta commissione che in sede preliminare aveva scelto il pubblico ministero Antonio Bruno Tridico, attualmente in servizio presso la procura bruzia, quale profilo più idoneo per affiancare nell’attività investigativa il procuratore capo Mario Spagnuolo.

La quinta commissione del Consiglio Superiore della Magistratura ha comunque deciso di far valere le proprie ragioni davanti al Tar del Lazio opponendosi al reclamo avanzato dal sostituto procuratore della Repubblica di Salerno Francesco Rotondo. Per il relatore Andrea Mirenda, consigliere togato indipendente, il ricorso è da considerare infondato. Rotondo, tuttavia, ritiene di essere nel giusto e chiede giustizia al tribunale amministrativo regionale della Regione Lazio, competente per gli atti deliberati dall’assemblea plenaria di Palazzo dei Marescialli.

Rotondo, nei motivi esposti al Tar, ha ripercorso il suo curriculum, evidenziando alcune cose che di seguito riportiamo:

Secondo Rotondo la proposta A in favore di Tridico e la proposta B in favore di D’Alessio non soddisfano i requisiti richiesti dal Testo Unico sulla dirigenza giudiziaria, invocando al tempo stesso l’adozione dell’istanza cautelare. Rispetto alla posizione di D’Alessio, la quinta commissione ha ulteriormente sottolineato che D’Alessio «ha esercitato le funzioni requirenti di primo grado per 22 anni, occupandosi di ogni settore della criminalità, nonché di indagini complesse e di rogatorie internazionali, con una applicazione nel 2006 alla Procura Generale di Napoli, mentre il dott. Rotondo ha esercitato le funzioni requirenti di primo grado per 20 anni».

«Lo svolgimento di indagini all’estero, nonché le attività di insegnamento presso la SSPL sulla cooperazione internazionale in materia penale, svolte dal dott. Rotondo, pur arricchendo il profilo professionale e culturale del candidato non risultano idonee ad incidere sulla predetta valorizzazione – in coerenza con il dato normativo secondario – della più ampia esperienza effettuata anche in considerazione della durata della stessa» si legge del documento. Non vi sono inoltre profili di censura su altri aspetti trattati da Rotondo che possano giustificare la sussistenza delle esigenze cautelari.

Pertanto la quinta commissione ha invitato «l’Avvocatura Generale dello Stato a resistere in giudizio, chiedendo il rigetto della domanda principale di annullamento degli atti impugnati, con i quali è stato disposto il conferimento al dott. Antonio D’Alessio dell’ufficio semi-direttivo di Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Cosenza e degli ulteriori atti impugnati, nonché il rigetto della relativa istanza cautelare, per quanto suddetto, dandone comunicazione al Ministro della Giustizia».