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07/06/2024 ore 14.41
Cronaca

Recovery, il Riesame scarcera Luca Trotta, Pietro Capalbo e Tatjana Natale

Annullate in toto le ordinanze cautelari dei tre indagati finiti in carcere su disposizione del gip Roccia. Accolte tutte le censure difensive esposte dagli avvocati Guido Siciliano, Roberto Le Pera e Angelo Nicotera
di Antonio Alizzi

Tornano in libertà Luca Trotta, Pietro Capalbo e Tatjana Natale. Il Riesame di Catanzaro ha annullato in toto l’ordinanza cautelare emessa dal gip Arianna Roccia nell’ambito del procedimento penale “Recovery“. Il provvedimento è stato notificato nella mattinata di oggi. I tre indagati si trovavano in carcere sin dal giorno del blitz e sono accusati dalla Dda di Catanzaro di narcotraffico, con ruoli di presunti partecipi.

Accolte le censure difensive

I giudici del Tdl hanno valorizzato e condiviso le censure difensive esposte in udienza camerale dagli avvocati Guido Siciliano (difensore di Luca Trotta), Roberto Le Pera (difensore di Pietro Capalbo) e Angelo Nicotera (difensore di Tatjana Natale). I ricorsi si fondavano, tra le altre cose, sull’assenza di gravità indiziaria rispetto alle condotte contestate dall’ufficio di procura antimafia.

Narcotraffico a Recovery, non regge il ruolo di “partecipe”

L’inchiesta Recovery, com’è noto, coinvolge il clan degli italiani di Cosenza. Secondo l’accusa, al vertice della presunta associazione a delinquere dedita al traffico di sostanze stupefacenti ci sarebbe il boss di Cosenza Francesco Patitucci. Poi nel corso del tempo sarebbero stati creati una serie di “sottogruppi” tutti riconducibili, secondo i pm antimafia Vito Valerio e Corrado Cubellotti, alla cosca dominante nella città di Cosenza.

Per l’accusa, smentita oggi dal Riesame, Luca Trotta e Pietro Capalbo sarebbero due presunti pusher del gruppo D’Ambrosio, mentre Tatjana Natale, senza alcun carico pendente prima di Recovery, avrebbe favorito il gruppo Porcaro, vista la sua precedente vicinanza sentimentale a Danilo Turboli. La difesa di Natale ha evidenziato la mancanza di riscontri rispetto al teorema accusatorio, ritenendo privi di significato i colloqui in carcere con l’allora fidanzato.

Stessa cosa dicasi per Pietro Capalbo, inserito in un contesto criminale operante su Rende, ma senza alcun elemento indiziario a suo carico che potesse giustificare, secondo la difesa, alcun misura cautelare.

Luca Trotta invece apparirebbe in poche intercettazioni ambientali, complessivamente per due ore. Il difensore ha sottolineato che non è mai stato coinvolto in procedimenti penali con l’accusa di spaccio. L’indagato, infatti, è incensurato ed era stato già scarcerato dalla procura di Cosenza per la detenzione delle armi rinvenute nella sua abitazione. I tre dunque seguiranno le prossime fasi procedimentali a piede libero.