Reddito di cittadinanza, l'ex presidente Inps a Campana: «L'abolizione avrà conseguenze devastanti»
Le dichiarazioni incisive di Pasquale Tridico, ex Presidente dell’INPS, hanno gettato luce su un crescente malcontento alimentato dall’abolizione del reddito di cittadinanza. Nel corso di un recente incontro a Campana, Tridico ha espresso profonde preoccupazioni riguardo alle possibili ripercussioni di questa decisione, mentre focolai di rivolta si sono sprigionati a Napoli e Cosenza.
La decisione di porre fine al reddito di cittadinanza ha scatenato una serie di eventi che riflettono la crescente disperazione tra le fasce più vulnerabili della popolazione. A Napoli e Cosenza, in particolare, si sono verificati episodi di rivolta proprio in concomitanza con l’entrata in vigore dell’abolizione del sostegno economico. Questi eventi dimostrano chiaramente come il problema sia percepito come un’urgente sfida da parte di coloro che si trovano in situazioni di svantaggio.
Tridico, noto per la sua esperienza nel campo dell’assistenza sociale e dell’economia, ha lanciato un grido d’allarme contro questa mossa governativa. A margine di un incontro che si è tenuto a Campana, ha sottolineato che l’abolizione del reddito di cittadinanza potrebbe avere impatti devastanti sulla situazione occupazionale e sulla povertà in Italia. La sparizione di questo supporto economico, che ha raggiunto circa 3 milioni di persone in tutto il Paese, rischia di creare un vuoto nelle tasche delle famiglie più bisognose, aumentando la precarietà e la disperazione. La situazione è stata ulteriormente esacerbata dai recenti episodi di tensione e rivolta che si sono manifestati a Napoli e Cosenza. Circa 3.000 nuclei familiari hanno ricevuto messaggi dall’INPS annunciando la cessazione del secondo pagamento del reddito di cittadinanza. A Cosenza, in particolare, circa 1.000 messaggi sono stati inviati, segnalando il peso dell’abolizione in una regione già colpita da sfide socioeconomiche.
Tridico ha evidenziato una delle problematiche centrali: la mancanza di domanda di lavoro. Il reddito di cittadinanza, secondo lui, ha rappresentato un sostegno cruciale per molte famiglie, ma la sua cancellazione non garantirà automaticamente una maggiore occupabilità per i beneficiari. Ciò rischia di accentuare ulteriormente la precarietà lavorativa e l’instabilità economica, con effetti diretti sulle fasce più deboli della società. In risposta a questa situazione, tuttavia, il governo ha annunciato una serie di interventi volti a mitigare l’impatto dell’abolizione. Tra questi, si prevede un contributo mensile di 350 euro per la formazione, al fine di migliorare le competenze lavorative dei cittadini. Inoltre, da settembre partirà un programma di inclusione sociale e lavorativa, finalizzato a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Dal gennaio successivo, entrerà in vigore il reddito di inclusione, mirato a fornire un sostegno più ampio alle persone svantaggiate.
Le dichiarazioni di Tridico e gli eventi scatenati dall’abolizione del reddito di cittadinanza mettono in evidenza la complessità delle sfide socioeconomiche che l’Italia sta affrontando. Mentre alcune vedono questa mossa come un passo verso una maggiore responsabilizzazione individuale, altre ne denunciano le possibili conseguenze per le fasce più vulnerabili della società. Sarà importante osservare come questa controversia si svilupperà e come le autorità affronteranno le esigenze e le preoccupazioni delle persone colpite.