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03/05/2024 ore 22.40
Cronaca

Rende, veleni sversati nel fiume Crati: condanne e assoluzioni | NOMI

Cinque imputati sono stati ritenuti colpevoli, mentre Valentini ha ottenuto una sentenza assolutoria. Le indagini risalgono al 2018
di Antonio Alizzi

Condanne e assoluzioni nel processo di primo grado sui presunti veleni sversati nel fiume Crati. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Stefania Antico.

Il tribunale di Cosenza ha condannato l’allora direttore dell’impianto Cerrone a un anno e 6 mesi più una multa di 8mila euro, mentre Giovanni Provenzano, Annunziato Tenuta, Dionigi Fiorita e Rosario Volpentesta, sono stati ritenuti colpevoli con pena ciascuna di un anno e 4 mesi di reclusione più una multa di 6667 euro. Assolto invece Eugenio Valentini, difeso dagli avvocati Filippo Cinnante e Gaetano Maria Bernaudo.

Le indagini della procura di Cosenza

È un’indagine che risale all’inizio del 2018, avviata a seguito delle segnalazioni di diversi cittadini che lamentavano le pessime condizioni ambientali in cui versava il Crati. Dagli accertamenti è poi emerso il sospetto che quell’inquinamento fosse dovuto ai continui sversamenti di liquami provenienti dall’impianto consortile di Rende.

L’ipotesi, formulata dal pubblico ministero Giuseppe Cozzolino, è che i reflui venissero scaricati nel fiume dopo essere stati depurati solo in modo parziale o, addirittura, senza essere sottoposti a trattamento. Il risultato è che le acque del fiume sarebbero state gravemente alterate chimici e batteriologici.

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Il Consorzio Valle Crati si è costituito parte civile con gli avvocati Michele Franzese ed Erika Rodighiero, mentre l’associazione Fare Ambiente, laboratorio Verde di Cosenza, è rappresentata dall’avvocato Anita Frugiuele. Il Wwf è assistito invece dall’avvocato Fabio Spinelli, Legambiente dall’avvocato Rodolfo D’Ambrosio. Nel collegio difensivo figurano, tra gli altri, gli avvocati Francesco Carotenuto, Pasquale Vaccaro, Gianluca Serravalle, Massimiliano De Rose.