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09/07/2025 ore 13.45
Cronaca

"Reset" a Cosenza, 82 imputati rischiano la condanna per associazione mafiosa

È lungo l'elenco delle persone a cui la Dda di Catanzaro contesta l'appartenenza alla presunta confederazione mafiosa cosentina. I magistrati ritengono di aver individuato i ruoli dei promotori e dei partecipi

di Antonio Alizzi

È lungo l'elenco delle persone a cui la Dda di Catanzaro contesta l'appartenenza alla presunta confederazione mafiosa cosentina. I magistrati ritengono di aver individuato i ruoli dei promotori e dei partecipi

Sono 82 gli imputati presenti nel processo abbreviato di “Reset“, che rischiano la condanna per il reato di associazione mafiosa. Si tratta di presunti promotori o di partecipi inquadrati dai magistrati antimafia della Dda di Catanzaro nel contesto criminale della presunta confederazione operante tra Cosenza, Rende e Roggiano Gravina. Il 21 dicembre scorso, com’è noto, i pubblici ministeri Corrado Cubellotti e Vito Valerio, hanno invocato 120 richieste di condanna.

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Nel corso delle rispettive requisitorie, i magistrati avevano indicato i ruoli dei vari presunti mafiosi, a cominciare dal boss di Cosenza Francesco Patitucci, il cui “alter ego” sarebbe Michele Di Puppo, uno dei pochi cosentini riconosciuti, secondo i pentiti, dalla ‘ndrangheta reggina. Alleanza mafiosa suggellata con il clan degli “zingari” di Cosenza grazie ai rapporti intercorsi tra Roberto Porcaro, pentitosi di essersi pentito, e Luigi Abbruzzese, ritenuto il “reggente” della presunta cosca dei “Banana“. La presunta confederazione dunque avrebbe accresciuto il prestigio criminale dei clan di Cosenza interessati a varie attività illecite: estorsione, usura, narcotraffico, gioco d’azzardo e intestazione fittizie di beni.

La contestazione di cui al capo 1, la prima contenuta sia nella richiesta di misura cautelare che nell’ordinanza dell’ufficio gip di Catanzaro, è stata formulata anche mediante l’acquisizione di numerose sentenze che, secondo la Dda di Catanzaro, confermerebbero il quadro indiziario.

Le sentenze menzionate negli atti dell’inchiesta sono:

Secondo la Dda di Catanzaro, la presunta confederazione cosentina si sarebbe avvalsa «della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva allo scopo di commettere una serie eterogenea ed indeterminata di delitti, fra cui quelli previsti dai capi di imputazione che seguono, e tra i quali, esemplificativamente, estorsioni, usure, esercizio abusivo del credito, danneggiamenti, reati in materia di armi e munizionamento, delitti contro la persona, contro il patrimonio, contro la Pubblica Amministrazione, traffico di stupefacenti, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza delittuosa in attività economiche e intestazione fittizia di beni».

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Nel capo d’imputazione, inoltre, si fa riferimento anche al controllo delle varie attività economiche «nei diversi ambiti imprenditoriali, nonché forniture per servizi vari sul territorio, e comunque, per realizzare, per sé o per altri, altri profitti e vantaggi ingiusti, e, ancora, ostacolare e/o, comunque, condizionare, il libero esercizio del voto in particolare in occasione delle consultazioni elettorali del comune di Rende del maggio 2019, con contributo diretto da parte della cosca D’Ambrosio, nonché di altri associati (Antonio Manzo) e concorrenti esterni (Agostino Briguori), per il prevalere della lista che ha sostenuto la candidatura a sindaco di Rende per la elezione di Marcello Manna», si legge, «al fine di condizionarne le attività dell’ente territoriale a vantaggio degli interessi dell’associazione» articolata in sette sottogruppi.

Le discussioni delle difese inizieranno nel mese di gennaio del 2024 e dureranno almeno sei mesi. Nell’ultima udienza, a tal proposito, si sono registrati attimi di tensione tra il giudice Fabiana Giacchetti e il nutrito collegio difensivo. Le discordanze sulle date calendarizzate sono state poi risolte trovando un punto d’incontro tra le parti (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati accusati anche del reato di associazione mafiosa)