"Reset", Ariosto Artese lascia il carcere (in attesa del Riesame bis di Catanzaro)
In attesa che la Cassazione pubblichi le motivazioni dell’annullamento con rinvio dell’ordinanza cautelare di conferma del Riesame di Catanzaro, lo stesso organo cautelare del capoluogo di regione in sede d’appello ha accolto la richiesta di scarcerazione avanzata dagli avvocati Luca Acciardi e Giorgio Misasi, difensori dell’imprenditore Ariosto Artese, il quale lascia il carcere di Vibo Valentia dopo circa otto mesi di detenzione inframuraria.
I legali di Ariosto Artese avevano seguito due strade. Il ricorso per Cassazione per ribaltare il tema accusatorio, visto che la Dda di Catanzaro contesta all’imprenditore rendese di aver favorito la ‘ndrangheta cosentina, in qualità di concorrente esterno. Dall’altro canto, però, i pm antimafia ritengono che lo stesso Artese sia vittima del clan degli “zingari“, i quali avrebbero chiesto il “pizzo” per la sua attività imprenditoriale. Raccontiamo pertanto una storia che, dal punto di vista giurisprudenziale, è molto complessa, considerato che sembra inconciliabile la doppia veste di “amico dei mafiosi” e al tempo stesso “vittima dei mafiosi”. Basta ricordare il caso di Giorgio Ottavio Barbieri nel processo “Frontiera“.
L’altra strada seguita dagli avvocati di Ariosto Artese è quella cautelare, chiedendo una misura meno afflittiva che tenesse conto del tempo trascorso dall’esecuzione dell’ordinanza firmata dall’allora gip distrettuale Alfredo Ferraro. A novembre quindi i penalisti Acciardi e Misasi avevano presentato al gip un’istanza di modifica della misura cautelare, ma era stata rigettata. Così gli avvocati si sono rivolti al Riesame di Catanzaro che, in sede d’appello, ha convenuto con i difensori di Ariosto Artese, concedendo all’imprenditore gli arresti domiciliari.
La “partita”, tuttavia, non è ancora chiusa. La Cassazione dovrà spiegare le motivazioni che hanno portato ad annullare il provvedimento di conferma del Riesame, indicando ai giudici di Catanzaro quali argomenti approfondire per giungere a una valutazione più corretta dei fatti contestati ad Ariosto Artese. Si attende dunque il prossimo passo processuale.