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19/10/2023 ore 20.28
Cronaca

"Reset", la Dda: «Porcaro non accusa l'ex moglie ma conferma il resto»

Al via oggi la lunga requisitoria dell'ufficio di procura antimafia di Catanzaro riguardo i presunti esponenti della confederazione mafiosa cosentina
di Antonio Alizzi

Prima parte di requisitoria oggi per la Dda di Catanzaro nell’ambito del processo abbreviato di “Reset“, in corso di svolgimento nell’aula bunker di Catanzaro. Nella seduta odierna hanno preso la parola il procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla e il pubblico ministero antimafia Vito Valerio.

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Tante le posizioni trattate, ma in questo caso parleremo dell’ex collaboratore di giustizia Roberto Porcaro, ritenuto parzialmente attendibile. Parzialmente in quanto confermerebbe le attività delittuose laddove gli elementi probatori erano già granitici e avrebbe reso dichiarazioni d’interesse dove emergevano dubbi. Come nel caso dell’ex moglie Silvia Guido, definita “l’alter ego” di Porcaro dopo la sua carcerazione in Testa di Serpente“.

“Reset”, la ricostruzione della Dda su Porcaro

Il pm antimafia Vito Valerio ha detto che Roberto Porcaro, prima che venisse arrestato nel dicembre 2019, gestiva gli interessi illeciti della cosca per conto di Francesco Patitucci, del quale era il “braccio destro”, ovvero la persona più vicina insieme a un altro imputato, di cui riferiremo in un altro servizio. Dal carcere, ha aggiunto Valerio, arrivavano le direttive per il “reggente” della cosca, mentre dopo “Testa di Serpente” l’allora moglie Silvia Guido avrebbe assunto le redini del gruppo.

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Porcaro sarebbe il mandante, e a volte l’esecutore, di numerose richieste estorsive, nonché di presunti fatti usurai. Il discorso della Dda di Catanzaro cambia quando entra nel merito delle sue dichiarazioni, ritenendo che abbia voluto estromettere l’ex moglie Silvia Guido per interessi personali, nonostante avesse dichiarato di essere «basito» della lettura di alcune intercettazioni tra la donna e un altro imputato.