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28/09/2023 ore 16.45
Cronaca

"Reset", nel mirino degli "italiani" finiscono anche Acri e Bisignano

Nel 2021 gli agenti della Squadra Mobile di Cosenza immortala un incontro tra due soggetti. Per gli investigatori parlano di droga
di Antonio Alizzi

Nel vasto carteggio di “Reset“, l’inchiesta della Dda di Catanzaro, emergono anche altri atti d’indagine che riguardano la cosca degli “italiani“, notoriamente conosciuta come clan “Lanzino-Patitucci“. Sono documenti investigativi a firma dell’allora capo della Squadra Mobile di Cosenza, Fabio Catalano, oggi in servizio presso la Questura di Catanzaro, che accendono i riflettori su un’area ben precisa: la Medio Valle del Crati. Un territorio già “attenzionato” dalle forze dell’ordine.

Non è passata sotto traccia infatti la latitanza di Francesco Strangio e prima ancora l’arresto di Natale Ruà, senza dimenticare le varie operazioni di polizia giudiziaria in altri comuni, come Montalto Uffugo, Lattarico, Luzzi e Torano Castello. Zone dove la droga arriva evidentemente dalla città dei bruzi, come sostengono gli inquirenti antimafia sempre pronti a contrastare il crimine organizzato. Il tema della droga è perennemente al centro delle attività repressive sia della procura di Cosenza che della Dda di Catanzaro. Due uffici che, su questo fronte, lavorano in sinergia. Lo dimostrano le indagini portate avanti contro gli “zingari” di via Popilia, in particolare contro gli AbbruzzeseBanana“. E non solo. Nell’ultimo periodo si sono aggiunti anche i nigeriani, le cui posizioni cautelari hanno retto anche al Riesame di Catanzaro.

Nei faldoni depositati agli atti del processo in abbreviato, che domani tornerà ad essere protagonista nell’aula bunker di Catanzaro, vengono riportate richieste di intercettazioni contro alcuni presunti esponenti del sodalizio mafioso degli “italiani” che portano all’attenzione i rapporti di tipo illecito con soggetti residenti sia a Bisignano che ad Acri.

Da un lato c’è Antonio Illuminato e dall’altro due uomini, nessuno dei quali coinvolti in “Reset“, ma uno dei due processato in “Valle dell’Esaro“. Gli agenti della Squadra Mobile, evidenziando come i mafiosi cosentini utilizzavano delle schede telefoniche intestate a terzi soggetti, i cosiddetti “citofoni“, per comunicare tra loro, si concentrano sui presunti affari illeciti. Qual è il dato investigativo che emerge? La necessità degli “italiani” di sostituire il prima possibile il punto di riferimento, precedentemente arrestato, per lo spaccio di sostanze stupefacenti tra Acri e Bisignano. E in questo caso i poliziotti sono riusciti anche a immortalare l’incontro tra Illuminato e il suo “nuovo” interlocutore.