Revocata la misura interdittiva a Luigi Rovella: cadono falso e abuso d'ufficio
Il Tribunale della Libertà di Catanzaro, in sede di appello, ha accolto la richiesta degli avvocati Gabriele Garofalo e Franco Napolitano del foro di Cosenza nell’interesse di Luigi Rovella ed ha annullato i capi n. 14, 15, 16 e 36 dell’ordinanza emessa nei confronti dello stesso, nell’ambito dell’inchiesta sul comune di Rende coordinata dalla procura di Cosenza.
Più precisamente, Rovella ha dimostrato la sua estraneità in ordine al reato di falso e abuso di ufficio poiché lo stesso era stato nominato RUP in epoca successiva alla determina di affidamento dei lavori ed inoltre perché la percentuale di incremento dei lavori, approvata con perizia di variante, era pari al 5,89% e non al 16,98% come affermato dal C.T.U. della Procura.
Per quanto riguarda, invece, i reati contestati al capo n. 16 e 36 “Frode nelle pubbliche forniture per la manutenzione del cimitero” e per la “ristrutturazione del Palazzetto dello Sport”, il Collegio ha ritenuto la non configurabilità nel caso di specie del delitto di frode per le pubbliche forniture sotto il profilo oggettivo, atteso che, la complessiva realizzazione delle opere è avvenuta nel rispetto delle previsioni progettuali ed anche della perizia di variante.
Non vi è stato, quindi, alcun espediente ingannevole o malizioso poiché tutte le modifiche sono state approvate mediante le determine dirigenziali. Per tali motivi, il Tribunale, in accoglimento dell’appello, ha annullato i capi n. 14, 15, 16 e 36 dell’impugnata ordinanza ed ha disposto la revoca della misura interdittiva nei confronti di Luigi Rovella. Soddisfazione è stata espressa dai difensori di Rovella, avvocati Franco Napolitano e Gabriele Garofalo.