San Giovanni in Fiore, un altro parto in casa. Andare in ospedale è sempre più difficile
di Francesco Oliverio
La piccola Giulia è venuta alla luce alle prime luci dell’alba in un appartamento di via I Maggio nella zona bassa di San Giovanni in Fiore. Un parto in casa, lontano dall’ospedale, una storia a lieto fine nonostante lo stato di emergenza a cui devono far fronte i cittadini del centro silano, da anni in lotta contro la chiusura del reparto di Ostetricia e Ginecologia. Le donne incinte, sono costrette a recarsi negli ospedali di Crotone e Cosenza, che distano rispettivamente 50 e 60 chilometri, con tutti i disagi del caso.
La donna, protagonista di questa storia, era alla seconda gravidanza, quando alle 5 del mattino ha rotto le acque ed è entrata in travaglio. Suo marito ha allertato il Suem 118, giunto in pochi minuti nell’abitazione dei coniugi. L’equipe del 118 formata dal medico Giuseppe Sinopoli, medico della Pet di San Giovanni in Fiore, dall’infermiere Antonio Carbone e dall’autista Salvatore Mancina si è resa conta dell’impossibilità del trasferimento e della necessità di procedere con il parto in casa.
La donna ha partorito con l’ausilio del personale sanitario che l’ha stabilizzata e ha proceduto al trasferimento di mamma e figlia in ambulanza al San Giovanni di Dio. Per il trasferimento della piccola Giulia è stata allertata anche l’infermiera Pina Tallarico, già ostetrica fino a qualche anno fa nel reparto di Ostetricia e Ginecologia sangiovannese chiuso ormai da anni. È già il terzo caso nel giro di pochi mesi.