Sequestro di persona e lesioni, scagionati tre poliziotti cosentini
Tre poliziotti in servizio presso l’ufficio Immigrazione della questura di Cosenza sono stati scagionati dalle accuse di sequestro di persona e lesioni mosse contro di loro da un cittadino egiziano di 25 anni. Quest’ultimo, infatti, lamentava di essersi recato in questura a novembre del 2021 per rinnovare il proprio permesso di soggiorno, ma giunto sul posto sarebbe stato aggredito e rinchiuso in una stanza da un sovrintendente di polizia spalleggiato da due suoi colleghi.
Oltre a spruzzargli dello spray urticante in volto, i tre uomini in divisa lo avevano anche picchiato, e a tal proposito il giovane sosteneva di aver girato un video con il suo telefonino. Gli agenti, però, glielo avevano strappato di mano in modo brusco, al punto da danneggiarlo. L’ultimo affronto arrecatogli sarebbe stato un colpo di bomboletta ricevuto in testa e, in conclusione, sosteneva che un commissario di polizia, sopraggiunto a cose fatte, avesse redarguito uno dei poliziotti. In seguito, in ospedale gli verranno refertate ferite guaribili in quattro giorni.
A tre mesi di distanza dai fatti, l’egiziano sporge denuncia e la Procura guidata da Mario Spagnuolo avvia le indagini del caso. Il pm Marialuigia D’Andrea raccoglie le testimonianze dei mediatori linguistici presenti quel giorno in questura che confermano lo scontro fisico e verbale verificatosi nel giorno indicato. Dagli accertamenti forensi eseguiti sul telefonino della parte offesa, però, non salta fuori alcun video.
A girarne uno sono stati, invece, i tre ex indagati, e il filmato documenta le fasi immediatamente successive all’alterco. L’egiziano ha del muco che fuoriesce dal naso, conseguenza dello spray, e quando inizia a utilizzare il telefonino gli agenti gli intimano di riporlo in una busta e consegnarlo a loro. Il ragazzo dice «non so se è rotto, l’ho rotto da mio». I tre poliziotti, sentiti a sommarie informazioni, contestualizzano poi l’intervento operato quel giorno di novembre. A loro dire l’egiziano era andato in escandescenze, aveva saltato la fila e dopo aver fatto irruzione negli uffici inveiva contro i presenti. Sostenevano di essersi limitati a neutralizzarlo con lo spray.
Anche il commissario di polizia non conferma il suo racconto e, anzi, descrive il giovane come «ansioso e agitato», probabile consumatore di sostanze stupefacenti. Insomma, la parte offesa «non si è mostrata credibile». Alla fine il gip ha deciso di archiviare le posizioni dei tre poliziotti proprio sulla scorta di questi elementi, ai quali si aggiungono anche le intercettazioni telefoniche e telematiche eseguite sul loro conto e che non hanno offerto spunti per adombrarne la colpevolezza. Due di loro erano difesi dall’avvocato Gianpiero Calabrese, l’altro dall’avvocato Giuseppe De Marco.