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25/02/2022 ore 18.11
Cronaca

Strage di via Popilia, no alla riapertura dell'istruttoria nel processo d'appello

La Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro non ha intenzione di sentire nuovi testimoni. Fissata la requisitoria del sostituto procuratore generale Salvatore Di Maio
di Antonio Alizzi

La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ritiene che non vi siano i presupposti per riaprire l’istruttoria dibattimentale sulla strage di via Popilia, dove ad inizi del 2000 vennero uccisi Benito Aldo Chiodo e Francesco Tucci. Un commando, guidato e coordinato dall’allora capo degli “zingari” di Cosenza, Francesco Bevilacqua, meglio conosciuto come “Franchino ‘i Mafarda“, assassinò i due uomini, dando un segnale ai clan italiani che avevano il predominio assoluto del territorio cosentino, soprattutto nelle estorsioni e nel traffico di droga. L’obiettivo dei killer era Chiodo.

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Nell’udienza precedente infatti le difese avevano chiesto l’escussione di nuovi testimoni, mentre il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Salvatore Di Maio, ex pm della procura di Cosenza, si era opposto. Il collegio giudicante ha deciso quindi di andare avanti, fissando anche il giorno della requisitoria. Tuttavia, la difesa si è riservata di fare ulteriori accertamenti sui reperti balistici, in particolar modo sui proiettili e il castello dell’arma, fatta ritrovare anni fa da Francesco Bevilacqua. Il 7 aprile prossimo dunque Luigi Berlingieri, Saverio Madio, Fiore Abbruzzese, Antonio Abruzzese e Celestino Bevilacqua, conosceranno le valutazioni della procura generale rispetto ai fatti contestati. Nel collegio difensivo, infine, figurano Gianfranco Giunta, Rossana Cribari, Mariarosa Bugliari, Cristian Bilotta, Francesco Boccia, Nicola Rendace e Francesco Tomeo.