Tamponi, i medici non ci stanno: «La Santelli li faccia fare anche noi»
L’ultima ordinanza con cui Jole Santelli ha imposto i tamponi nel strutture private ha lasciato l’amaro in bocca ai medici. In base a quanto emanato è previsto che venga certificata l’eventuale positività di tutti gli operatori sanitari, delle strutture pubbliche e delle strutture residenziali. Vengono citati ad ad esempio le RSA, le RSM, le Case protette e le Case di riposo, private e private/accreditate. Tutte dovranno attuare specifici accorgimenti pena la perdita dell’autorizzazione cdalla Regione Calabria. La Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale e dei Medici di Continuità Assistenziale, però, non ci sta.
La stretta sui tamponi
«Leggo con profondo disappunto tutto ciò – dice il segretario della Fimmg Rosalbino Cerra -. I Medici di Medicina Generale e Medici di Continuità assistenziale sono in Italia la categoria maggiormente contagiata tra gli operatori sanitari. Sono anche quella con maggior numero di morti». Questo per evidenziare «che i medici sono stati esclusi dal decreto in oggetto» e che «per numero di contatti possono essere essi stessi fonte di contagio». La richiesta è consequenziale. Cerra intima che la categoria che rappresenta sia «con la massima urgenza inserita tra i sanitari da sottoporre a tampone. Esattamente come previsto dall’ordinanza in oggetto, per tutti gli altri operatori sanitari».