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12/07/2022 ore 23.34
Cronaca

Tentata estorsione a un imprenditore, una condanna e un'assoluzione. Cade l'aggravante mafiosa

La sentenza è stata emessa dal tribunale collegiale di Cosenza a distanza di quasi cinque anni dall'ordinanza di custodia cautelare. Colpevole Giannone. Chianello, invece, è innocente
di Antonio Alizzi

A distanza di quasi cinque anni dall’ordinanza di custodia cautelare, è terminato nella giornata del 12 luglio 2022 il processo di primo grado nei confronti di Salvatore Giannone e Attilio Chianello, accusati dalla Dda di Catanzaro di aver tentato di estorcere denaro a un imprenditore.

Il tribunale collegiale di Cosenza, rispetto alle pesanti condanne avanzate dal pubblico ministero antimafia Corrado Cubellotti, ha condannato Giannone (difeso dall’avvocato Ugo Ledonne) a 4 mesi di reclusione, riconoscendo le circostanze attenuanti generiche e l’esclusione dell’aggravante mafiosa, mentre ha assolto Chianello (difeso dall’avvocato Maurizio Nucci) per non aver commesso il fatto. La Dda di Catanzaro aveva chiesto una condanna a 5 anni e 3 mesi di reclusione per Giannone e 4 anni e 8 mesi di carcere per Chianello. (LEGGI QUI LE DICHIARAZIONI DEI DUE IMPUTATI)