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04/11/2025 ore 17.16
Cronaca

Processo “Terra Bruciata”: due condanne, tre prescrizioni e un’assoluzione. Si chiude un capitolo dell’inchiesta madre di Reset

Emessa la sentenza di primo grado del procedimento penale che diede origine all’impianto investigativo sul gruppo Porcaro. Ecco tutti i dettagli

di Antonio Alizzi

L’operazione “Terra Bruciata” rappresenta uno dei primi tasselli dell’impianto investigativo che ha portato, negli anni successivi, al maxi procedimento “Reset”, contro le consorterie di ‘ndrangheta radicate tra Cosenza, Rende e i comuni dell’hinterland. Fu proprio da quell’indagine che gli inquirenti della Dda di Catanzaro e della Procura di Cosenza iniziarono a delineare la rete di traffici, alleanze e ruoli interni riconducibili al cosiddetto “gruppo Porcaro”, considerato una delle cellule più attive nel controllo del mercato degli stupefacenti.

A distanza di anni dai primi arresti, è arrivata la sentenza di primo grado nel processo “Terra Bruciata”. Il procedimento, istruito davanti al giudice monocratico Stefania Antico, ha chiuso un lungo capitolo giudiziario che in origine contava 22 indagati, accusati a vario titolo di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, in violazione dell’articolo 73, comma 1, del DPR 309/90.

Molti degli imputati hanno scelto di patteggiare la pena, mentre per coloro che hanno optato per il rito abbreviato sono arrivate esclusivamente condanne.

Il Tribunale ha inoltre dichiarato la prescrizione del reato per tre imputati: Simone Pichierri, difeso dall’avvocato Marlon Le Pera, Cefaoui, difeso dall’avvocato Daniele Bozzo, e Fabrizio Bertelli, difeso dall’avvocato Filippo Cinnante.

È stato invece assolto Alessandro Greco, difeso dall’avvocato Pierluigi Pugliese, mentre Simone De Mari, assistito dall’avvocato Antonio Quintieri, ha riportato una condanna a 9 mesi di reclusione.

Più complessa la posizione di Antonio Illuminato, difeso dall’avvocato Fiorella Bozzarello, per il quale la Procura di Cosenza aveva chiesto 6 anni di carcere ai sensi dell’articolo 73, comma 1. Il Tribunale ha invece derubricato i fatti al comma 5 dello stesso articolo, riconoscendo l’attenuante della lieve entità e condannandolo a 1 anno e 3 mesi, pena non coperta da prescrizione a causa della recidiva infraquinquennale.

Nel corso del processo sono emersi 130 capi d’accusa relativi ad episodi di spaccio di droga, delineando il quadro di un’attività criminale radicata e continuativa.