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28/11/2025 ore 21.05
Cronaca

Cosenza, processo “Testa di Serpente”: ecco tutte le condanne definitive

In serata la sentenza della seconda sezione penale della Cassazione. Colpevoli Attento, Alushi, Marotta e Drago (per quest’ultimo rinvio in appello solo per la confisca). Gli ermellini hanno disposto un nuovo giudizio per Antonio Abbruzzese

di Antonio Alizzi

La seconda sezione penale della Corte di Cassazione ha emesso nella serata di oggi la sentenza definitiva del processo ordinario “Testa di Serpente”, l’inchiesta antimafia della Dda di Catanzaro considerata una delle anticipazioni investigative del maxi procedimento “Reset”.

L’indagine era emersa nel 2019 con un decreto di fermo che aveva coinvolto i gruppi Abbruzzese e Porcaro, a vario titolo accusati di detenzione di armi, traffico di droga, estorsioni e usura. Il procedimento era stato diviso in due tronconi, con un rito abbreviato già definito e un rito ordinario proseguito nei successivi gradi di giudizio.

In Cassazione sono giunte le posizioni di Antonio Abbruzzese (difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Filippo Cinnante), Claudio Alushi (difeso dall’avvocato Quintieri), Adamo Attento (difeso dall’avvocato Fiorella Bozzarello), Antonio Marotta (difeso dall’avvocato Bozzarello) e Giovanni Drago (difeso dall’avvocato Cinnante).

La Suprema Corte ha reso definitive le condanne di Attento (6 anni e 2 mesi di carcere), Alushi (7 anni e 8 mesi) e Marotta (9 anni e 6 mesi), mentre ha disposto un nuovo giudizio per Antonio Abbruzzese e per Giovanni Drago (condanna definitiva per usura a 2 anni e 8 mesi), per quest’ultimo limitatamente alla parte relativa ai beni sottoposti a confisca. Attento e Marotta sono stati condannati per estorsione, Alushi invece per aver fatto da “vedetta” vicino a un intercapedine dove venivano occultati droga e armi. 

Nel giudizio d’appello si erano già registrate diverse assoluzioni. La Procura generale non aveva impugnato la decisione nei confronti di Francesco Casella, Pasquale Paco Germano, Andrea Greco e Domenico Iaccino. I fratelli Abbruzzese  – Luigi, Marco, Nicola e Franco – avevano infine concordato la pena, da porre eventualmente in continuazione con il procedimento Reset, una volta definito anche il maxi processo contro la ’ndrangheta di Cosenza.