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30/01/2025 ore 12.17
Cronaca

Truffa all'ospedale di Cosenza, nuovi sequestri dopo la confessione di uno degli indagati

Le sue dichiarazioni innescano nuovi sequestri e fanno salire a nove il numero dei dipendenti sospettati di essere stati retribuiti per orari di lavoro mai effettuati
di Marco Cribari

L’indagine sulla presunta truffa che coinvolge alcuni dipendenti dell’ospedale di Cosenza fa registrare un sussulto con il sequestro preventivo e per equivalente di circa settantamila euro che si aggiungono ai 220mila già prelevati a marzo 2024 dai conti correnti delle persone coinvolte. La vicenda, com’è noto, punta i riflettori su prestazione lavorative – in particolare relative a festivi e straordinari notturni – regolarmente retribuite, ma, secondo la Guardia di finanza, mai effettuate.

Uno degli elementi nuovi, rispetto a dieci mesi fa, è rappresentato dalle confessioni del personaggio principale dell’inchiesta, quel Giuseppe Ippolito che, in qualità di assistente tecnico dell’Ufficio gestione risorse umane, avrebbe inserito manualmente i dati farlocchi, simulando la presenza in ufficio dei dipendenti coinvolti nella vicenda. Il sospetto è che quest’ultimi abbiano poi ricambiato la cortesia stornando sul suo conto una piccola percentuale del denaro sottratto all’Azienda ospedaliera.

Le ammissioni di Ippolito, oltre a gettare ombre su ipotesi di corruzione ora al vaglio degli inquirenti, hanno consentito di far aumentare di un’unità il numero degli indagati che passano così da otto a nove. All’elenco, infatti, si aggiunge Francesco Crugliano, colpito da un sequestro di trentanovemila euro, somma che si ritiene abbia percepito in modo indebito tra il 2019 e il 2020. Altri ventinovemila, invece, sono stati requisiti a Francesco Verrino.

La richiesta di applicazione di una misura patrimoniale riguardava anche altri due indagati, Francesco Bonanno e Roberto Sacco, vicepresidente del consiglio comunale di Cosenza e addetto al centralino dell’ospedale. Richieste in entrambi i casi respinte, però, poiché su quel versante, le dichiarazioni di Ippolito sono state ritenute «sconnesse e generiche» dal gip Letizia Benigno.

A innescare l’indagine, alla fine del 2023, era stato l’allora commissario straordinario Vitaliano De Salazar che, dopo aver notato anomalie macroscopiche nelle buste paga dei dipendenti in questione, aveva presentato un esposto in Procura.