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27/10/2025 ore 11.12
Cronaca

Truffa invalidità a Cosenza, Capomolla: «Indaghiamo su oltre cento persone»

Il procuratore della Repubblica spiega il modus operandi dell’uomo, un cinquantaduenne di Acri, posto ai domiciliari questa mattina: «Faceva ottenere indennità tramite la produzione di documentazione medica artefatta».

di Alessia Principe

Un milione e mezzo di sequestri e un fermo, ma gli indagati sono molti di più. «Oltre un centinaio», spiega il procuratore della Repubblica Vincenzo Capomolla, «in un meccanismo che permetteva a persone che non ne avevano diritto di usufruire dell’invalidità per inabilità a lavoro».

Una tentata truffa ai danni della previdenza sociale che ha portato a un fermo operato questa mattina: il regista dell’operazione sarebbe un uomo di cinquantadueanni di Acri che operava dallo Jonio al Tirreno, senza limiti, in tutta la provincia di Cosenza. 

«Non si tratta di un medico, né di un sindacalista. Era un uomo che lavorava nei locali di un patronato di un sindacato, sulla cinquantina». Il sistema messo in atto era minuzioso: «Venivano prodotte documentazioni artefatte tramite le quali le persone riuscivano a ottenere benefici e assistenza». Oltre quaranta le situazioni accertate, ma gli indagati sono oltre cento

Il campanello d’allarme arriva dai giudici

A rendersi conto delle anomalie, i giudici del tribunale del lavoro di Cosenza: «In alcuni casi – ha spiegato Capomolla nel corso della conferenza stampa – i magistrati sono stati tratti in inganno dalla documentazione creata ad hoc per permettere a queste persone di ottenere benefici dei quali non avevano bisogno. Ma ci sono stati anche dei casi in cui i giudici non hanno dato l’ok all’inizio della procedura presso l’INPS proprio perché avevano notato qualcosa di strano nei certificati autoprodotti dall’uomo».

Un sistema che l’uomo gestiva in tutta la provincia di Cosenza, dallo Jonio al Tirreno: «Nel corso della fase d’indagine – ha spiegato il Comandante provinciale dei Carabinieri di Cosenza, Andrea Mommo – abbiamo notato come l’uomo sottoposto a fermo incontrasse spesso fuori da esercizi commerciali le persone che gli chiedevano questo tipo di servizio al fine di non destare particolari sospetti». I controlli sono riferiti all’ultimo triennio, «ma le indagini – ha dichiarato Capomolla – continuano: sono in corso perquisizioni e si registrano disponibilità di contanti per valori decisamente significativi».