Uccisero Matteo Vinci con un'autobomba, confermati due ergastoli in Appello
di Giuseppe Baglivo
Arriva la sentenza di secondo grado per il processo nato attorno alle vicende che hanno portato all’autobomba di Limbadi costata la vita il 9 aprile 2018 al biologo Matteo Vinci. Il verdetto è stato emesso dalla Corte d’Assise d’Appello dopo l’intervento dei difensori degli imputati che avevano invocato l’assoluzione per i rispettivi assistiti. Questa la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro: ergastolo confermato per Rosaria Mancuso, 66 anni, di Limbadi e per il genero Vito Barbara, 30 anni, ritenuti i mandanti dell’attentato.
Per Domenico Di Grillo (marito di Rosaria Mancuso), 74 anni, di Limbadi, la pena è stata invece rideterminata in 6 anni in luogo dei 10 anni del primo grado (la Procura generale aveva chiesto per lui la condanna a 22 anni). Per Lucia Di Grillo (figlia di Rosaria Mancuso), infine, la pena è stata rideterminata in 3 anni in luogo dei 3 anni e 6 mesi del primo grado (la Procura generale aveva chiesto per lei la condanna a 14 anni). (Continua a leggere l’articolo su Lacnews24.it)