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13/02/2023 ore 14.30
Cronaca

Ucciso e dato in pasto ai maiali: il feroce omicidio raccontato da Simone Pepe | AUDIO

Una confessione captata dai carabinieri, ma che risulterà falsa come accertato nel processo Erinni
di Redazione

«Ucciso e dato in pasto ai maiali. Una goduria. La tibia che scrocchiava. Non è rimasto niente». La voce è quella di Simone Pepe, giovane romano che da qualche tempo è entrato in contatto con le famiglie di ‘ndrangheta di Oppido Mamertina. Un racconto, quello fatto ad un suo amico di Roma, che lascia basiti per la ferocia e la crudeltà. Quando questa storia saltò fuori in Italia ebbe un’eco mediatica pazzesca.

Il giovane romano si ritroverò invischiato in quella che verrà chiamata “la primavera di sangue di Oppido Mamertina“, la sanguinosa faida combattuta nel piccolo centro aspromontano tra il marzo e maggio del 2012. Cinque mesi durante i quali vengono compiuti 5 omicidi. Si inizia il 3 marzo con l’omicidio di Domenico Bonarrigo (con il quale la madre di Pepe intratteneva una relazione sentimentale). Il 13 marzo sotto i colpi dei sicari cade Vincenzo Ferraro. Lo stesso giorno scompaiono nel nulla Francesco Raccosta e il cognato Carmine Putrino. Proprio di questo duplice delitto viene incriminato Simone Peppe per colpa di un’intercettazione nella quale si autoaccusava di avere dato i due in pasto ai maiali. Il 10 maggio, infine, viene ammazzato Vincenzo Raccosta, ammazzato il 10 maggio. 

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