Un anno di cronaca in Calabria, l'orrore del naufragio dei migranti a Cutro
Omicidi inspiegabili tra i boschi, ponti che vengono giù come castelli di carte, intere famiglie divorate dall’inadeguatezza delle nostre strade, femminicidi, perfino un incidente gravissimo (e con due vittime) tra un camion e quello che resta dei treni sulla fatiscente linea jonica. L’anno che si sta chiudendo si è colorato di tutte le sfumature della cronaca nera.
Fatti gravissimi che hanno segnato lutti e colpito intere comunità ma che passano però quasi in secondo piano rispetto al naufragio di Cutro: una strage, la più grande mai registrata sulle coste calabresi terminali della “rotta turca”, che ha riportato sotto i riflettori la drammatica quotidianità degli sbarchi sulle nostre coste.
Quel giorno, il 26 febbraio, una domenica come tante, una carretta del mare carica di 180 persone, andò a sbattere su una secca al largo della spiaggia di Steccato di Cutro. Almeno 90 le vittime, tantissimi i bambini: tutti annegati o morti per ipotermia, a due passi dalla salvezza. Furono i pescatori della zona a dare l’allarme quando il mare in tempesta aveva iniziato a risputare i corpi dei cadaveri sulla battigia.