A Cosenza un mese di Manet in bianco e nero. In anteprima il nostro videoracconto della mostra | VIDEO
Anche nel bianco e nero s’accende lo spirito geniale di Manet. Trenta delle sue incisioni, che risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, saranno ospitate a Cosenza nella Galleria nazionale in una mostra che aprirà i battenti domani. In quel secolo, che trascinava con sé i barbagli dei lumi che scacciavano i mostri ridestando la ragione, rivoli di correnti pittoriche e poetiche hanno dipinto cento anni di storia in pennellate accennate, folgoranti, chiare, piantando semi di un fermento forse senza precedenti.
Le opere esposte
Édouard Manet fu uno degli attori principali del panorama creativo. Rifiutò una carriera ministeriale per inseguire la sua passione per l’arte figurativa da cui rimase abbagliato. Fino al 25 aprile anche Cosenza avrà il suo squarcio sulla sua Parigi in cui albeggiava il Novecento, che Manet non fece in tempo a vedere. La sua morte, per la febbre, conseguenza di una dolorosa amputazione, interruppe la produzione artistica di un pittore che molti considerano il padre dell’Impressionismo. Ma fu un padre distratto e lontano perché, per indole, Manet rifuggiva dai legami, che fossero sentimentali o artistici, non amava sentirsi imbrigliato in qualcosa che comprendesse altri, e così difese a spada tratta la sua indipendenza e la libertà creativa.
Del suo carattere focoso, delle sue antipatie storiche (famosissimo l’amore e odio per Cèzanne, ricambiato con lo stesso sentimento), degli amori numerosi e combattuti, che lo videro attore di passionali tradimenti, raccontano le sue tele ma anche i suoi disegni conservati nei musei più famosi del mondo.
L’acquaforte del “Profilo di Charles Baudelaire”, datato tra il 1867-68, o il “Chitarrista spagnolo” del 1873, “Jeanne” la dama con l’ombrello e l’incisione “Olympia” sono parte del bouquet di opere che saranno esposte alla Galleria nazionale cosentina.
La mostra “Manet. Noir et blanc” è un’occasione unica per ammirare dal vivo un eccezionale corpus di 30 capolavori incisi, della prestigiosa edizione Strölin, che ci catapultano nella capitale francese dell’arte in un momento storico che traghetta il romanticismo verso la modernità. L’esposizione curata dall’Associazione N.9 e da Alessandro Mario Toscano e Marco Toscano, sarà aperta al pubblico fino al 25 aprile.
Fu il collezionista Alfred Strölin, a incaricarsi di stampare le lastre che poi vennero pubblicate nel 1894 da Dumont, lastre poi biffate, quindi rese inutilizzabili con un segno, dal collezionista stesso per evitare che venissero riprodotte.