Cariati, riapre il Museo del Mare con il libro “Egmat non deve morire”: torna il Festival Interculturale
Dopo circa un mese di chiusura per lavori interni, il Civico Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni di Cariati riapre ufficialmente al pubblico mercoledì 9 luglio alle ore 19. A segnare la ripartenza, la seconda edizione del Festival Interculturale “Sguardo e Mondi”, un’iniziativa nata lo scorso anno su impulso della direttrice del museo Assunta Scorpiniti insieme alle donne delle associazioni e delle comunità straniere della cittadina jonica.
Il Festival, che ha riscosso successo nella sua prima edizione incentrata sul tema dell’incontro, si propone di valorizzare le comunità migranti presenti sul territorio, favorendo dialogo, confronto e consapevolezza dei diritti umani attraverso eventi culturali e testimonianze condivise.
Tema dell’edizione 2025 è “Amicizia e responsabilità” e la serata inaugurale prevede la presentazione del libro “Egmat non deve morire” di Angela De Lorenzo, giornalista e insegnante crotonese, edito nella collana “Nuove voci” da Albatros. Il volume racconta la storia vera di Jahfar Safi Zada, giovane migrante afghano giunto a Crotone dopo un drammatico percorso di fuga, dolore e rinascita. La narrazione, intrecciata a riflessioni sul contesto politico internazionale, restituisce il percorso umano e civile del protagonista, segnato da una forte tensione morale verso l’integrazione e il riscatto.
All’incontro saranno presenti anche il direttore de “Il Crotonese” Giuseppe Pipita e i responsabili del Centro SAI di Cariati, gestito dalla cooperativa Agorà Kroton, che porteranno le testimonianze dirette di alcuni ospiti. Saranno inoltre esposte opere realizzate da un giovane artista ivoriano inserito nel progetto Sarepta per minori stranieri non accompagnati, attivo nel centro storico.
Interverranno il sindaco Cataldo Minò, la delegata alla cultura Alda Montesanto, il referente ai turismi Antonio Scarnato e la stessa direttrice del Museo, che coordinerà il dialogo con l’autrice. L’evento si annuncia come un momento corale, partecipato dalle associazioni e dalle comunità migranti di Cariati, in una cornice che unisce cultura, memoria e futuro.