Cinque calabresi nella tragedia della Caterina Costa: il saggio di Marco Liguori premiato a Rende
Cinque calabresi compaiono tra i nomi dei coinvolti nella tragedia del mercantile Caterina Costa, esploso nel porto di Napoli il 28 marzo 1943, causando oltre 600 morti e 3.000 feriti. A riportarlo è il giornalista e scrittore Marco Liguori nel saggio storico “Caterina Costa, la nave dei misteri” (De Ferrari Editore), che riceverà la menzione d’onore al Premio “Cosenza Città Federiciana” domenica 15 giugno a Rende.
Il mercantile, di proprietà dell’armatore Giacomo Costa fu Andrea, era stato requisito dalla Regia Marina nell’ottobre 1942 per il trasporto di munizioni e carburanti destinati alle truppe italo-tedesche in Tunisia.
Nel saggio, Liguori ricostruisce anche la presenza calabrese a bordo e nei dintorni della nave. Il primo nome è quello del soldato Pietro Ielo, 26 anni, di Reggio Calabria, ferito alla stazione di Napoli da frammenti dell’esplosione. Ielo riportò la frattura del braccio e del fianco destro.
Ferito ma sopravvissuto fu anche Antonio Colacino, fuochista nato a Marcellinara (Catanzaro) il 19 marzo 1919, parte dell’equipaggio militare.
Nel registro dell’equipaggio civile risultano altri tre nomi. Il secondo ufficiale Francesco Aloi, nato a Pizzo Calabro il 18 giugno 1889, imbarcato a Napoli pochi giorni prima della tragedia. Il nostromo Domenico Lacapria, nato a Gioia Tauro il 29 giugno 1906, imbarcato a Genova il 27 febbraio 1943. Infine, Stanislao Gentilino, cameriere nato il 3 maggio 1914, iscritto al compartimento di Pizzo Calabro, imbarcatosi a La Spezia.
Liguori ricostruisce un pezzo di memoria storica calabrese e nazionale attraverso i documenti ufficiali e i nomi di uomini coinvolti in una delle più gravi tragedie navali in tempo di guerra.