Cosenza scrigno d'arte ma...incompleto. A Roma in mostra Fazzini già tra i protagonisti del Mab
Qualche settimana fa prima a Milano il Boccioni “Forme Uniche” donato dal mecenate Roberto Bilotti alla Galleria Nazionale di Cosenza che è stato esposto insieme ai corridori della Villa dei Papiri di Ercolano, rappresentanti il dinamismo dell’antichità e della modernità a confronto. Ora al Museo Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese il cosentino a cui è dedicato il museo con capolavori tra cui il doppio ritratto unico di Andy Warhol delle consentine Tina e Lisa Bilotti venerdì 24 marzo dalle 17 alle 19,30 al Museo Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese, Roma alla grande mostra su Pericle Fazzini uno dei massimi artisti del’900 presente nelle collezioni dei più importanti musei internazionali dal Guggenheim di New York alla GNAM di Roma, al Centro Pompidou di Parigi, al MOMA e il Metropolitan di New York, alla Tate di Londra, e in diverse collezioni giapponesi, come quella del Setagaya Art Museum e il Momat di Tokio.
Infatti gli unici musei capitolini che portano nomi di privati sono proprio due cosentini: Barracco, con l’antico palazzo in Piazza Toscano alle spalle della Cattedrale, poi trasferiti a Crotone con il “Museo della Scultura Antica Giovanni Barracco” nei pressi di Piazza Navona e “Carlo Bilotti” di Arte Contemporanea a Villa Borghese.
Cosenza vanta una delle sculture più emblematiche di Fazzini, la “Sibilla”, concepita nel 1947 e fusa nel 1956. Leggendaria figura di longevità millenaria della mitologia greca e romana, corrisponde a una vergine dotata di virtù profetiche ispirata dal dio Apollo. La scultura ne rappresenta l’immagine in una forma lieve e raccolta su stessa, con le gambe incrociate e le braccia contrastate nella riflessione e nel pensiero. Ascritta al periodo neocubista di cui mantiene la sintesi formale del cubismo e introducendo un nuovo codice di rappresentatività castica in un rigore compatto ed espressivo.
L’opera è stata donata ai cosentini dal mecenate Roberto Bilotti ed inserita nel MAB Museo all’Aperto Bilotti, un grande progetto di riqualificazione urbana, un chilometro pedonale sul quale sono dislocate 40 sculture monumentali tra i massimi artisti del ‘900 italiano donate tutte dalla famiglia Bilotti.
Divenuto ambiente interattivo tra cittadini, arte, architettura-edilizia e un’opportunità di coesione sociale sviluppato con determinazione dal sindaco Mario Occhiuto, che lo ha esteso a tutto il Corso Mazzini riqualificato, oggi Presidente dell’Intergruppo Parlamentare qualità di vita nelle città. L’inserimento dell’arte nella quotidianità ha migliorato la qualità della vita nel centro di Cosenza e l’ha resa protagonista per un’offerta artistica che non ha eguali in altri centri urbani. Il progetto dei Musei all’Aperto più importanti in Italia sarà presentato all’Expo di Osaka 2025.
Fazzini, marchigiano di origine, autodidatta, s’interessa alla scultura di Medardo Rosso e Rodin. Aderisce alla Scuola Romana sviluppando un linguaggio personale e poetico e nel secondo dopoguerra, sviluppa nuove soluzioni artistiche che si diffondono in Italia e in Europa, come il Neocubismo.
Negli anni del dibattito acceso tra figurazione e astrazione, alcuni artisti si interrogavano sulle possibilità di rinnovare il linguaggio dell’arte, esplorando la sintesi formale del Cubismo, ma mantenendo allo stesso tempo un legame con la realtà.
Diverse sculture del MAB sono oggi ancora in deposito e il sindaco Franz Caruso con l’assessora Pina Incarnato e i dirigenti Annarita Callari e Giuseppe Bruno stanno cercando di procurare le basi all’importantissimo Trittico cubo-futurista di Severini e alle sculture di Balla e Sironi che ancora non si riescono a collocare. Sergio Mazzuca con la Ditta Scintille ha sponsorizzato la base per l’Arlecchino di Severini al teatro Rendano il giorno di Capodanno.
Le opere scelte per il MAB hanno anche funzione rievocativa del periodo di eccellenza del nostro territorio, quello magno greco. Tornano i grandi episodi del mito che ha popolato i racconti della Grecia classica. Il gruppo di “Ettore e Andromaca” e gli “Archeologi” di de Chirico, il “colonnato” e i “Bronzi di Riace” di Sosno, la “Cariatide” di Sironi, il “Toro”, la “Niobe” e la “Leda e il cigno” di Raphael, la “Chimera” di Gonzales, che evocano e restituiscono a Cosenza al presente un passato glorioso insieme alle altre avanguardia dal Cubismo di Severini al Futurismo di Balla, dalla Metafisica di De Chirico al Surrealismo di Dalì, il monumentalismo epico di Manzù, Greco e Martini.
Tra queste la Sibilla di Fazzini di cui un altra versione è al Museo Solomon Guggenheim di New York lascito di Hannelore B. Schulhof nel 2012.
Oltre a Cosenza e al Guggenheim le opere di Fazzini sono presenti nei più importanti musei internazionali, dalla GNAM di Roma, al Centro Pompidou di Parigi, al MOMA e il Metropolitan di New York, la Tate di Londra, nonché in diverse collezioni giapponesi, come quella del Setagaya Art Museum e il Momat di Tokio.
Il capolavoro di Fazzini è la Resurrezione, che si trova nella sala delle udienze, in Vaticano. È stata realizzata nel corso degli anni 70, commissionata da Papa Paolo VI in chiusura del Concilio Vaticano II ed è stata definita l’opera più vista al mondo, poiché si tratta di uno schermo scultoreo monumentale in bronzo e ottone, presente alle spalle del Pontefice durante le sue udienze pubbliche. Rappresenta il vero e proprio testamento artistico di Fazzini all’umanità e riassume le sue aspirazioni spirituali nella figura di un Cristo di 4 metri, che si eleva dal cratere creato dall’esplosione di una bomba atomica, ricordo doloroso delle recenti tragedie di Hiroshima e Nagasaki. Fazzini dirà dell’opera: «Ho realizzato la Resurrezione che viveva già dentro di me».
A Roma nel Museo Bilotti sarà presentato tutto il lavoro di Pericle Fazzini (1913-1987) “lo scultore del vento” come definito da Giuseppe Ungaretti. Una selezione di circa 100 opere tra sculture, disegni, grafiche e bozzetti tra i quali quelli della “Resurrezione” della sala Pier Luigi Nervi in Vaticano, ultimo cantiere di un artista unico dopo la Cappella Sistina di Michelangelo. Visitare la mostra vuol dire conoscere meglio questo artista di cui un’opera è entrata nel nostro tessuto urbano, parte della nuova identità culturale e artistica di Cosenza ed acquisire consapevolezza dei tesori che ha la nostra città.