L’architetto cosentino Armando Rossi chiude il Festival “Neanche gli Dei” con il suo saggio sui rosoni medievali
Il professore e architetto cosentino Armando Rossi sarà l’ospite principale dell’ultima giornata del Festival letterario “Neanche gli Dei” di Cagliari, in programma il 27 luglio. Il suo saggio “I Rosoni Medievali – significato, simboli, esoterismo e numerologia” (Fontana Editore) è risultato tra i testi più apprezzati della sezione saggistica
Sarà il cosentino professore e architetto Armando Rossi a chiudere come ospite principale la rassegna “Neanche gli Dei – Festival Letterario e Incontri d'autore” di Cagliari il 27 luglio prossimo dove il suo Saggio "I ROSONI MEDIEVALI - significato, simboli, esoterismo e numerologia" (Fontana Editore) è risultato il più apprezzato.
Il Festival di Cagliari Neanche gli Dei(il nome è preso in prestito dal titolo di uno dei romanzi di fantascienza di maggior successo di Isaac Asimov, “The Gods Themselves”, del 1972), si prefigge di esplorare e generare definizioni diverse e innovative della realtà e degli strumenti sociali, economici, filosofici, artistici e culturalicon particolare attenzione alla sezione “saggistica”.
Il tema della IV edizione è “NUOVO DISORDINE MONDIALE” e porterà a Cagliari le opere che possono contribuire a riposizionare sotto una nuova luce i valori esistenziali spaziando dal sociale all’ambiente, dalla pedagogia ai nuovi modelli finanziari, alla psicologia, alla spiritualità, alla geopolitica, riposizionando il pubblico in un ruolo attivo e centrale all’interno del progetto del Festival e delle proprie vite, con l’obbiettivo di consegnare nuovi modelli, nuove visuali e prospettive e strumenti concreti per la rivisitazione dei valori dell’essere.
Nel saggio di Armando Rossi, il rosone diventa una soglia simbolica, un simbolo di pietra che riflette l'ordine cosmico, la perfezione divina e il cammino interiore dell’uomo. Lo scritto accompagna il lettore (non necessariamente tecnico o esperto in medioevo) in un viaggio tra geometrie sacre, numeri carichi di potere simbolico, e tradizioni esoteriche che si intrecciano con l'arte, l'architettura e la spiritualità medievale.
Uno degli aspetti più affascinanti del testo è proprio l’approccio esoterico: il rosone non è solo un capolavoro architettonico, ma una porta iniziatica. I suoi raggi, le sue suddivisioni, le sue simmetrie parlano il linguaggio degli antichi misteri. Dietro la pietra scolpita si cela una sapienza antica, che unisce elementi della Cabala, dell’ermetismo, della mistica cristiana e della scienza dei numeri. Nel Medioevo non esisteva separazione netta tra scienza, fede e magia. Il rosone, allora, diventa specchio del macrocosmo, emblema del tempo ciclico e dello spirito eterno, strumento di contemplazione e veicolo di trasformazione interiore.
Ogni capitolo del libro è un tassello che compone un mosaico complesso e suggestivo, capace di parlare al lettore moderno con sorprendente attualità. E forse è proprio questo il cuore dell’opera: la capacità di risvegliare in noi lo sguardo simbolico, di riscoprire l’arte come via per comprendere l’invisibile, e di ritrovare nelle pietre antiche un messaggio per l’uomo contemporaneo. Il saggio sui rosoni non è semplicemente un testo per addetti ai lavori, è uno strumento divulgativo che permette a tutti, appassionati e non di seguire quel percorso iniziatico che ogni autentica opera d’arte ci chiede di compiere.
Il Festival di Cagliari è una manifestazione unica nel suo genere, che promuove la ricerca e l’approfondimento della percezione del quotidiano, la condivisione del sapere, il valore dell’esperienza umana, elementi che costituiscono un percorso intricato e affascinante, fatto di distopie e fantastico, economia sostenibile e psicologia, medicina, arte e spiritualità. Stabilire nuove interazioni, generare linguaggi innovativi, creare un presidio culturale in grado di sviluppare una comunità, consapevole del potere e del valore della conoscenza. Questi gli obbiettivi e la filosofia del festival, una manifestazione fuori dagli stereotipi, fondata sulla visione di una realtà orientata sul confronto e sulla partecipazione, senza filtri, pregiudizi o discriminazioni.