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24/05/2022 ore 19.28
Cultura

Paloma, la figlia di Pablo Picasso all'Unical: «Mio padre è dentro di me e mi manca ogni giorno» - VIDEO

VIDEO - La celebre designer e imprenditrice ha incontrato gli studenti e chiacchierato con il professor Nuccio Ordine. «Nel mio nome l'eredità più bella che mi ha lasciato mio padre»
di Alessia Principe

Prima dell’artista, un padre «che mi manca, tutti i giorni. È una parte di me e io di lui». Paloma Picasso, figlia del grande Pablo, ospite all’Unical, ha riaperto l’album dei ricordi. «Non è facile per Paloma parlare del rapporto con suo padre – ha detto il professore Nuccio Ordine che ha chiacchierato con l’imprenditrice, famosa designer di gioielli per Tiffany, davanti a una platea di studenti dell’Unical -. Non lo fa spesso, oggi è un’occasione davvero preziosa».

Il racconto nell’aula, seducente e ipnotico, si è avviluppato intorno all’aspetto inedito e più privato del grande maestro cubista, pittore, scultore, incisore e curioso della realtà. È così per gli artisti: vedono le cose con occhi diversi rispetto a tutti gli altri e raccontano storie che nessun altro avrebbe potuto. Un’automobilina nelle mani di suo figlio Claude non era solo un giocattolo per Picasso, ma il muso di un babbuino che stringeva il suo piccolo al petto, diventato poi una famosa scultura. «Avevo questo paio di scarpe nuove – racconta Paloma – e le adoravo. Le mostrai a papà e lui disse: “Sono davvero belle”. Le prese in mano e cominciò a dipingerci sopra. Io mi intristii perché sapevo che le avevo perdute, non erano più delle belle scarpette tutte mie, adesso erano delle opere d’arte, adesso erano per il mondo».

La cosa più bella che le ha lasciato suo padre, racconta, è il nome su cui Paloma ha scritto il suo destino. «Paloma vuol dire colomba. Lui la disegnò in volo con un rametto d’ulivo nel becco, era un simbolo forte, lo è anche adesso, soprattutto adesso». L’imprenditrice racconta del rapporto profondo con la madre, l’attrice francese Marie Françoise Gilot, di come in famiglia parlassero solo in francese, del carattere dirompente del padre sempre disponibile con chi lo avvicinava. «A lui servivano davvero pochi attimi, prendeva quello che gli capitava… un foglio, un tovagliolo, e disegnava, imprimeva quello che sentiva in quel momento». Da una figura così imponente era complicato non lasciarsi oscurare e per questo, come racconta, ha preferito scegliere una strada imprenditoriale per «non sovrappormi alla via artistica di mio padre» di cui è custode insieme a suo fratello Claude.

Paloma Picasso è un nome importante nell’ambiente creativo mondiale. Nel 1984 creò la celebre fragranza icona “Paloma” per L’Oréal, per «donne forti come me», spiegò lei stessa. Fu amica di celeb che frequentava nel celebre Studio54 dove posò accanto a Jerry Hall, Truman Capote, Andy Warhol. «Che sensazione si provava a essere il soggetto di alcune opere di un maestro così importante?» chiede alla designer il professor Ordine. «In realtà all’epoca non provavo nessuna sensazione particolare – risponde lei – ero una bambina e quando si è piccoli certe cose rientrano nella vita di ogni giorno, c’era papà e mi ritraeva, era normale. Forse sapevo che non era normale ma lo era».

Uno dei dipinti simbolo dell’opera picassiana è senza dubbio Guernica. Capolavoro monumentale che Picasso terminò in soli due mesi e che l’artista fece esporre nel padiglione spagnolo dell’esposizione universale di Parigi. La tela racconta tutto l’orrore dei bombardamenti che colpirono la cittadina basca di Guernica. Dai racconti di suo figlio Claude, come racconta il professor Ordine, si ricorda un celebre scambio di battute con dei soldati nazisti che guardavano con orrore il quadro. Uno chiese a Picasso: «L’ha fatto lei questo?» e il maestro rispose: «No, l’avete fatto voi».