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17/04/2023 ore 13.09
Cultura

Rovito, grandi applausi per "Saluti e baci", la piéce sulla saponificatrice di Correggio

Successo per la messa in scena dello spettacolo che ripercorre la vita di una donna che resta ancora un mistero intriso di follia
di Alessia Principe

La storia di Leonarda Cianciulli, a distanza di ottant’anni dai terribili fatti di sangue che ne hanno tinto la vita, fa ancora rabbrividire. Il male, la follia, l’allucinazione che mosse le mani di una donna che sembrava una come tante e che invece covava dentro il seme della follia, restano un mistero. Le biografie raccontano della sua nascita, in quel di Avellino. Appena adolescente sua madre le impose di sposare un cugino, com’era usanza. Ma il rifiuto della giovane Leonarda che preferiva un altro uomo, le costò la maledizione materna e quella di una zingara che le predisse un futuro disgraziato in cui avrebbe pianto la morte di tutti i suoi figli. Quelle parole scagliate come pietre, ebbero una grande influenza sulla mente della ragazza che lasciò la Campania e mise radici nella Pianura padana. Lì, quelle parole funeste, sembrarono presagi precisi e dettagliati. Leonarda ebbe tredici figli, e quasi tutti morirono. I sopravvissuti non le furono così di conforto da strapparla alla pazzia. La storia di Leonarda Cianciulli è stata portata sulla scena del teatro comunale di Rovito ieri sera, con grande delicatezza e bravura, nello spettacolo “Saluti e baci”, prodotto dall’associazione Le Sei Sorelle e che ha ricevuto una buona accoglienza da parte del pubblico che è accorso numeroso ad applaudire una rappresentazione intensa e mai banale.

A scrivere la pièce, Stefania De Cola, Patrizia Gallo a cui poi si è unita Francesca Marchese come produttrice, insieme hanno deciso di intraprendere un viaggio introspettivo e ruvido nella vita di quella che le cronache battezzarono come “La Saponificatrice di Correggio”. «Lo spettacolo nasce dall’intuizione di Stefania e Patrizia, insieme a loro abbiamo pensato di fare una regia a tre teste – racconta Francesca Marchese -. Il disegno luci è di Eros Leale e teniamo a ringraziare per la fonica Biagio Greco». La pièce si snoda attraverso il racconto di uno scrittore, Truman, che non viaggia sull’onda dello scandalo, non dà la caccia al mostro, ma cerca le ragioni della violenza partendo dalla sua vita tragica. «Lei nasce da uno stupro – continua Marchese – ha subito violenze psicologiche e fisiche dalla madre fin da piccola, i genitori la chiamavano addirittura in due modi diversi. Non è difficile pensare a come questi traumi l’abbiano segnata. Abbiamo aperto varie porte: quella delle vittime, quelle giudiziarie del tribunale per riuscire a dare un senso a una tragedia collettiva che ha distrutto tante vite lasciando, allo stesso tempo, tante ombre».