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17/05/2024 ore 15.56
Cultura

Successo per il fotografo calabrese Francesco Ciardullo, al Salone Internazionale del libro Torino

Il libro fotografico dal titolo "Sila. Il piacere della lentezza" edito da Rubbettino molto apprezzato dalla critica
di Franco Laratta

Successo per l’ apprezzatissimo fotografo calabrese, Francesco Ciardullo, al Salone Internazionale del libro Torino con il suo libro: “Sila. Il piacere della lentezza”. Edito da Rubbettino che lo ha ospitato nell’area talk dello stand. Apprezzamenti da parte della critica. Per il fotografo e docente al linguaggio fotografico Paolo Ranzani: «La fotografia di Francesco invita alla lentezza e sulla lentezza sono stati scritti tanti testi ed è anche diventato un modo di vivere ad esempio con lo Slow food e cioè il ritorno a cibarsi con quella attenzione che forse avevamo perso inseguendo un Fast su ogni cosa».

Quindi è una fotografia anche utile che porta alla riflessione, al filosofeggiare sulla vita sul tempo che passa su come l’uomo cambia le cose a volte in meglio a volte ahimè in peggio. Ma è necessario questo nuovo tempo a cui dobbiamo fare riferimento per poter comprendere sia il passato vissuto sia il futuro che ci attende.” Ogni foto di Francesco è uno studio, una ricerca lenta e approfondita. Ogni foto è un dipinto, uno spettacolo di colori, un’illusione reale.

In un istante Francesco fissa un attimo in un tempo infinito. Così la fotografia sembra non esistere più, perché è così vera, così viva, così reale. Più che una foto, sono i suoi occhi che raccontano, che trasmettono emozioni, che restituiscono purezza. Lo splendido libro fotografico nasce nel 2020 a fine del primo lockdown, dove tutti siamo stati chiamati a chiuderci in casa.

Ciardullo ha vissuto quei mesi drammatici inseguendo in Sila lo scorrere lento del tempo, i colori della natura che improvvisamente era tornata nel suo più grande splendore. «Metaforicamente racconto attraverso le fotografie la lavorazione del terreno e della natura. Noi non possiamo velocizzare un tramonto, oppure sconvolgere il ciclo naturale della nascita di una pianta e la sua fioritura. Parlo quindi dell’attesa. Elemento fondamentale nelle mie fotografie. La natura ci insegna che tutto ha bisogno di tempo. Del suo tempo. E noi abbiamo bisogno del nostro tempo per fare le cose nel giusto modo e piacere».

Si potrebbe dire che la lentezza è anche solo fermarsi ad ammirare un panorama. «In un mondo che corre, la vera libertà è quella di decidere cosa fare del proprio tempo. Tutto si può comprare, ma non il tempo, che non ha prezzo». Ciardullo è convinto che la lentezza sia dentro ognuno di noi e ci permette di sentire, vedere, assaporare la vita da un altro punto di vista.

«È così. Nella lentezza c’è il gusto di “godersi” attimi di vita, di guardare i dettagli, di vivere nel presente passo dopo passo. In Sila ho fotografato luoghi che trasmettono tranquillità e accoglienza. Una natura silente e contemplativa. Dovremmo tutti ricordare che l’uomo non è programmato per essere troppo veloce».

Nelle foto di Ciardullo l’uomo è il grande assente, ma ci sono alcune foto dello stesso identico luogo, fatte a distanza di mesi. L’obiettivo è mettere in luce lo scorrere naturale del tempo. Senza mai la presenza dell’uomo. Si capisce bene quanto Ciardullo non apprezzi affatto lo scorrere veloce del tempo. «La lentezza ci aiuta a immergerci nel piacere della memoria, del racconto, dello sguardo. La velocità, invece, rimuove e cancellare. Come accade nella comunicazione tecnologica: un messaggio cancella subito il precedente. E tutto svanisce in attimo». E poi Francesco ricorda William Shakespeare: “Scalare colline ripide richiede inizialmente un passo lento”.