Castrovillari, gli addetti all’Ufficio per il Processo scrivono allo Stato e chiedono la stabilizzazione
Il personale denuncia il rischio di perdere metà dei funzionari entro giugno 2026 e avverte: la giustizia rischia la paralisi
Un documento articolato, dettagliato e firmato collettivamente. È quello inviato dai dipendenti PNRR del Ministero della Giustizia in servizio presso il Tribunale di Castrovillari, che hanno scritto al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Ministro e al Viceministro della Giustizia per chiedere la stabilizzazione del personale assunto ai sensi del decreto-legge n. 80/2021.
Una nota trasmessa anche alla Corte d’Appello di Catanzaro e alla Presidenza del Tribunale, nel solco dell’iniziativa già avviata dai colleghi del Tribunale di Siracusa. I firmatari richiamano l’intero quadro normativo, le previsioni originarie del PNRR, l’impegno del Governo negli anni precedenti e – soprattutto – le contraddizioni emerse nell’ultimo confronto con il Ministero.
Al centro della richiesta c’è un fatto chiaro: dal 1° luglio 2026 circa metà del personale PNRR rischia di restare senza lavoro, nonostante l’apporto determinante fornito agli uffici giudiziari nella riduzione dell’arretrato e nel raggiungimento dei target europei.
Il gruppo di Castrovillari parla di una «situazione paradossale», sottolineando come l’eventuale bandizione di nuovi concorsi per migliaia di unità, annunciate da esponenti del Governo, risulti difficilmente compatibile con la mancata stabilizzazione di chi oggi manda avanti gli uffici.
Nell’appello, il personale ripercorre l’origine del proprio inquadramento: assunzioni straordinarie finanziate con fondi europei per smaltire l’arretrato e migliorare l’efficienza della giustizia. Un percorso che ha portato nelle aule italiane oltre 12.000 lavoratori, tra Addetti all’Ufficio per il Processo e figure tecniche altamente specializzate.
I dipendenti ricordano le numerose dichiarazioni istituzionali, fra cui le parole del Ministro Foti e dei sottosegretari Sallemi e Ostellari, che nel 2025 avevano parlato chiaramente di una stabilizzazione totale entro il 2026: annunci che hanno consolidato - scrivono - «un legittimo affidamento» sul prosieguo del rapporto di lavoro.
Ma la legge di bilancio, denunciano i firmatari, sembrerebbe finanziare soltanto la metà del personale oggi in servizio. L’altra metà rischia la cessazione del rapporto dal 30 giugno 2026.
Incalzano i lavoratori: «una tale interruzione di massa comprometterebbe la continuità organizzativa dell’Ufficio per il Processo e determinerebbe la paralisi della funzionalità complessiva degli uffici giudiziari».
A sostegno, citano i dati del Ministero: 37,8% nei tempi del settore penale rispetto al 2019, 27,8% nel settore civile.
Risultati che – ribadiscono – sono stati possibili grazie al lavoro della nuova forza amministrativa introdotta dal PNRR.
Le contraddizioni evidenziate dai lavoratori
La lettera mette poi in luce una serie di incongruenze operative: da una parte il Ministero annuncia nuovi bandi per migliaia di assunzioni; dall’altra non stabilizza chi già opera e ha maturato competenze tecniche complesse e difficilmente sostituibili in tempi brevi.
Secondo i lavoratori, l’ipotizzato concorso interno per la stabilizzazione risulterebbe «ultroneo e iniquo», considerando che il reclutamento PNRR avvenne già tramite procedure concorsuali pubbliche.
La richiesta finale e l’annuncio di mobilitazioni
I dipendenti chiedono la stabilizzazione di tutto il personale assunto ai sensi del d.l. n. 80/2021» e, contestualmente: «adotteranno ogni iniziativa ritenuta legittima dall’Ordinamento, tra cui la diffusione dell’istanza alla stampa, scioperi, manifestazioni e comizi». Il documento è datato 25 novembre 2025 e porta la firma del «Personale Precario PNRR del Tribunale di Castrovillari».