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22/11/2025 ore 13.10
Economia e Lavoro

Cgil Calabria, Trotta duro: «Regione allo stremo e il governo pensa all’autonomia differenziata»

Il segretario generale denuncia: «Tre province calabresi ultime in Italia. Spariamo dall’Alta Velocità, ma i fondi vanno al Ponte»

di Redazione
Gianfranco Trotta, segretario generale Cgil Calabria

«L’indagine sulla qualità della vita di Italia Oggi fotografa ancora una volta, in modo impietoso, il disagio strutturale in cui vivono i calabresi», afferma il segretario generale della Cgil Calabria, Gianfranco Trotta, commentando i dati che collocano tre province calabresi tra le ultime cinque in Italia. «Dalla sanità all’ambiente, dalle infrastrutture al lavoro, passando per i servizi essenziali – aggiunge – emerge chiaramente una sofferenza cronica che colpisce l’intera regione. E, paradossalmente, proprio adesso si torna ad agitare il fantasma dell’autonomia differenziata».

Trotta critica con forza anche il metodo seguito dal governo: «Nonostante i rilievi della Corte Costituzionale, il ministro Calderoli continua a stringere preintese con diverse Regioni del Nord. È un comportamento che dimostra una mancanza di rispetto verso le istituzioni», spiega il dirigente sindacale, «lo stesso atteggiamento che stiamo vedendo nella vicenda del Ponte sullo Stretto».

Sul progetto voluto dal ministro Salvini, Trotta non usa mezzi termini: «Il ministro, ignorando quasi completamente i no della Corte dei Conti, insiste nel suo disegno attribuendo alla magistratura contabile un ruolo politico. Così tenta di mettere in secondo piano questioni cruciali come le procedure d’urgenza, le coperture finanziarie e l’impennata dei costi».

A questo si aggiunge il nodo dei trasporti: «La Calabria è letteralmente sparita dalla mappa dell’Alta Velocità ferroviaria europea – denuncia Trotta – e i fondi che avrebbero dovuto colmare questo divario sono stati dirottati proprio sul Ponte».

Il quadro infrastrutturale rimane drammatico: «Mancano collegamenti adeguati, intere aree interne sono marginalizzate proprio per l’assenza di opere essenziali. E mentre tutto questo accade, il governo continua a usare il Ponte come enorme megafono di propaganda».

La denuncia del segretario Cgil va oltre: «La Calabria reale non aspetta spot, ma diritti esigibili: una sanità che funzioni, trasporti adeguati, medici di famiglia e personale ospedaliero (soprattutto dopo la fuga di quelli cubani)».

E conclude con fermezza: «Dal governo nazionale e regionale pretendiamo serietà, concretezza e misure decisive. La propaganda non cura il divario strutturale in cui siamo costretti a vivere».