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15/09/2025 ore 18.45
Economia e Lavoro

Cosenza celebra il fico dottato. Produzione più che raddoppiata grazie al binomio tradizione-innovazione

Quarta edizione del Fichi Festival promossa dal Consorzio di tutela guidato da Anna Garofalo. Cresce la domanda diun frutto dalle qualità organolettiche uniche al mondo

di Salvatore Bruno

Le particolari condizioni climatiche e dei terreni di coltivazione delle valli del Crati, dell’Esaro e del Savuto, conferiscono al fico dottato di Cosenza qualità organolettiche e di sapore uniche al mondo, citate in numerosi testi storici già a partire dall’ottocento. Dai primi anni del Duemila, con l’istituzione del Consorzio di Tutela e con l’acquisizione del marchio Dop, ne è stata scongiurata la scomparsa ed è stato avviato un processo di valorizzazione del frutto e di sviluppo delle tecniche di coltivazione.

La sinergia con l’Università Mediterranea

Sulla scorta della collaborazione intrapresa tra Arsac e Università Mediterranea ed anche in virtù dell’apporto di nuovi terreni adibiti a ficheti la produzione è più che raddoppiata, passando da circa 60 a ben 140 quintali per ettaro. Non ancora sufficienti però a soddisfare la domanda. Per questo il lavoro di ricerca prosegue nel centro sperimentale di San Marco Argentano «perché il mercato ci chiede un ulteriore incremento, un ulteriore sforzo produttivo – afferma la direttrice di Arsac, Fulvia Caligiuri – Peraltro in favore di una tipologia di pianta assolutamente sostenibile sotto il profilo ambientale per la scarsa necessità di acqua. Anche questo fattore può essere determinante per spingere gli imprenditori agricoli ad allestire nuovi impianti, con basso costo di produzione, basso impatto per l’ambiente ed alta redditività visto il livello della domanda».

Gusto unico al mondo

Il fico di Cosenza Dop è stato protagonista della due giorni del Fichi Festival giunto alla quarta edizione ed inaugurato da un press tour all’interno delle aree di produzione del gustoso frutto e proseguito con una serie di dibattiti e confronti con esperti del settore e rappresentanti istituzionali e delle filiere agricole. Il percorso di rafforzamento del legame tra identità del prodotto, tradizione e innovazione, il tema portante della discussione: «Il fico di Cosenza è unico per natura, è il più buono del mondo con la sua buccia sottile e i semi impercettibili al palato. Lo diciamo perché è la verità. Inoltre si presta ad un'infinità di trasformazioni» ha detto Anna Garofalo, presidente del Consorzio di tutela dei fichi di Cosenza Dop a margine dell’evento conclusivo ospitato a Villa Rendano con la partecipazione, tra gli altri, dell’assessore regionale all’agricoltura Gianluca Gallo e di Rocco Mafrica, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. «L’industria della trasformazione del fico – ha sottolineato Angelo Rosa, già presidente del Consorzio fico essiccato del cosentino – conta nel territorio provinciale una ventina di aziende di lavorazione che realizzano diverse tipologie di prodotti da forno, molto noti e apprezzati. Non ci preoccupa la presenza del fico turco o del fico greco: il nostro ha una qualità ineguagliabile. Però serve incrementare la produzione, già assorbita al cento per cento dal mercato».