Indotto Enel, Stasi incalza: «Servono risposte occupazionali immediate»
Vertice a Sant’Irene dopo le proteste: il sindaco chiede certezze su occupazione, demolizioni e rilancio sostenibile
L’emergenza occupazionale legata al progressivo svuotamento dell’indotto della centrale di Sant’Irene torna al centro del confronto istituzionale. Dopo la richiesta avanzata a inizio novembre dal sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, si è svolto l’incontro tra Comune, Enel e organizzazioni sindacali, rinviato in precedenza per un impedimento del primo cittadino.
Il tavolo è stato convocato per affrontare una situazione definita critica, legata non solo alle demolizioni in corso ma soprattutto alla mancanza di prospettive occupazionali per i lavoratori dell’indotto e al futuro complessivo del sito produttivo. Nel corso dell’introduzione, il sindaco ha ribadito la linea dell’Amministrazione comunale, spiegando che «la posizione dell’ente è rimasta sempre coerente all’esigenza di un rilancio complessivo dell’area, che non è contraria ad investimenti energetici sostenibili ma che tali investimenti devono dare risposte occupazionali adeguate ed essere integrati in una nuova configurazione dell’area».
Stasi ha richiamato la necessità di una visione ampia che tenga insieme sviluppo urbano e lavoro, ricordando «la realizzazione del lungomare, la possibile rigenerazione della Sala Macchine a fini pubblici e una complessiva integrazione urbanistica di una zona di pregio», chiedendo al tempo stesso chiarimenti sul percorso di demolizione delle ciminiere, «annunciato e fermo da settimane».
Dal confronto con i rappresentanti di Enel è emerso un quadro definito interlocutorio ma utile. L’azienda ha spiegato che le criticità che hanno rallentato l’avvio del cantiere sono legate «alla presenza di un sottile strato di amianto interno alle torri, non previsto nella documentazione progettuale». Per questo motivo, la demolizione della prima ciminiera proseguirà fino all’autunno 2026 con una fase di bonifica interna, al termine della quale inizierà la demolizione vera e propria dall’alto verso il basso.
Nel corso della riunione Enel ha inoltre formalizzato la disponibilità «a cedere le aree, private o in concessione, necessarie per la realizzazione del tratto di lungomare antistante all’area della centrale e a contribuire con la progettazione dell’opera». È stata anche manifestata apertura «alla valutazione della cessione di ulteriori spazi, dalla Sala Macchine ai vecchi impianti sportivi», oltre alla possibilità di nuovi investimenti produttivi, pur rinviando questi aspetti ad approfondimenti successivi.
Al termine dell’incontro, su richiesta del sindaco, è stata fissata una nuova riunione di aggiornamento alla fine di gennaio, con l’obiettivo di trasformare il confronto in risposte concrete per il territorio. «Si è trattato di un incontro interlocutorio ma utile – ha dichiarato Stasi – nel quale finalmente sono emersi degli elementi chiari, a partire dal percorso di demolizione delle ciminiere che sembrava fermo da mesi e dalla disponibilità, finalmente chiara, a metterci nelle condizioni di realizzare il lungomare».
Il nodo centrale resta quello del lavoro. «L’aspetto chiaramente più delicato ed importante della vicenda resta quello occupazionale – ha proseguito il primo cittadino – diventato drammatico nel momento in cui la rinuncia al progetto Idrogeno ha mortificato la prospettiva di sviluppo complessivo del sito in chiave di energia sostenibile». In questo contesto, Stasi ha sottolineato come «l’aspetto positivo sia l’apertura di Enel alla valutazione di potenziali investimenti sul sito, dichiarando prioritario che eventuali interventi energetici si realizzino nelle aree di proprietà dell’azienda».
Infine, l’impegno a evitare nuove emergenze sociali. «È stato precisato sia da parte dell’Amministrazione Comunale che delle organizzazioni sindacali – ha concluso Stasi – come in questi mesi di lavoro e di confronto non ci si aspetti di dover affrontare nuove emergenze sociali come quelle verificatesi nei primi giorni di novembre».