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10/09/2025 ore 15.06
Economia e Lavoro

Stop all’aumento dell’età pensionabile dal 2027: il governo prepara nuove misure

L’esecutivo valuta “mini-finestre” per rinviare al 2030 l’adeguamento automatico legato alle speranze di vita

di Redazione

Lo stop all’aumento dell’età pensionabile dal 2027 entrerà quasi certamente nella prossima manovra finanziaria. Il governo intende congelare per due anni l’adeguamento automatico alle speranze di vita, che avrebbe portato l’uscita dal lavoro a 67 anni e 3 mesi. L’obiettivo è mantenere l’età per la pensione di vecchiaia a 67 anni fino al 2029.

Le “mini-finestre” come soluzione

Per compensare i costi della misura, stimati dall’INPS in circa un miliardo di euro l’anno, l’esecutivo punta a introdurre le cosiddette “mini-finestre”, cioè un’attesa di uno o due mesi tra la maturazione dei requisiti e l’effettiva erogazione dell’assegno pensionistico. Lo strumento, già utilizzato con Quota 103, ridurrebbe l’impatto sui conti pubblici senza penalizzare troppo i lavoratori.

Addio al sistema delle Quote

Parallelamente, il governo intende archiviare definitivamente il meccanismo delle “Quote”, giudicato costoso e poco attrattivo, a partire dallo stop a Quota 103 dal 2026. L’idea è avviare una riforma più flessibile e sostenibile che consenta l’uscita anticipata a 64 anni, utilizzando il TFR e i fondi pensione integrativi.

Una strada già sperimentata con la Legge di Bilancio 2025, che ha aperto questa possibilità ai lavoratori con contributi interamente contributivi (iniziati dopo il 1° gennaio 1996) in possesso di almeno 25 anni di versamenti e di un assegno pari a tre volte il minimo. La novità in arrivo è l’estensione anche a chi rientra nel sistema misto, ampliando così la platea dei beneficiari.

La variabile dei conti pubblici

L’approvazione definitiva dello stop dipenderà dall’inserimento della misura nella Legge di Bilancio 2026 e dal via libera del Parlamento. Il nodo centrale resta la copertura finanziaria: l’esecutivo dovrà individuare fondi certi per non mettere a rischio la stabilità dei conti pubblici.