Addio a Bruno Pizzul, morto lo storico commentatore della Nazionale: aveva 86 anni
Ci sono due «Roberto!» che echeggiano nella storia d’Italia, entrambi dall’altra parte dell’Oceano. Il secondo è quello di Sofia Loren all’Oscar di Benigni. Il primo, quello che unì tutta una nazione, è di Bruno Pizzul. Italia-Spagna, quarti di finale di USA ’94. Contro la Nigeria gli Azzurri passano il turno in rimonta, doppietta di Roberto Baggio, chiamato con nome e cognome per distinguerlo dall’altro Baggio, Dino.
Quando il fantasista di Caldogno segna contro le Furie Rosse, però, al sempre composto Bruno Pizzul sfuggì un «Roberto!», singolo e senza cognome. Quello diventerà il vezzo della carriera del telecronista, il suo tratto distintivo. Quello con cui verrà ricordato in eterno anche oggi, dopo la sua scomparsa all’età di 86 anni.
Bruno Pizzul, da calciatore a voce della Nazionale Italiana
Nato a Udine, Bruno Pizzul fu prima calciatore e poi giornalista. Mediano di centrocampo, giocò anche nel Catania e nell’Udinese sul finire degli anni ’50, prima che un infortunio gli stroncasse la carriera. Da lì l’ascesa nel mondo del giornalismo sportivo, con le telecronache delle più importanti partite delle squadre italiane di club nelle competizioni internazionali.
Ciò per cui è più noto ancora oggi Bruno Pizzul sono però le telecronache della Nazionale Italiana. Sostituì Nando Martellini nel 1986 in Messico, proprio dove la voce del terzo Mondiale era subentrato a Carosio. Un problema con l’altitudine delle terre di Montezuma mise k.o. il suo predecessore. Da lì la voce nasale di Pizzul è stata collegata sempre alla maglia Azzurra. Mondiali 1990, 1994, 1998 e 2002, oltre a quelli già citati del 1986. Una semifinale persa, due eliminazioni agli ottavi, una ai quarti e la finale di Pasadena.
«Napolitano… Il pallone per Marulla»
Il nome di Bruno Pizzul è in qualche modo legato anche al Cosenza. È sua infatti la voce dello storico spareggio in quel di Pescara fra i rossoblù di Edy Reja e la Salernitana. E la sua telecronaca è legata al momento storico in cui Gigi Marulla smette di essere “soltanto” il numero nove e diventa leggenda, con il gol ai campani che sancisce la salvezza dei Lupi.
In particolare, in quell’occasione, Bruno Pizzul sbagliò l’autore del lancio. Non era «Napolitano», come citato dallo stesso telecronista, ma Angelo Aimo. Che però ha più volte scherzato sull’avvenimento. Oggi anche Cosenza, dunque, saluta il telecronista della Nazionale che fece esultare per un giorno l’intera città bruzia.