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21/03/2025 ore 15.44
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Adozione per single: la Consulta apre le porte ai minori stranieri

La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l’esclusione delle persone singole dall’adozione di minori stranieri. Una svolta che ridefinisce il diritto di famiglia e rafforza il principio di solidarietà sociale
di Redazione

La recente sentenza della Corte Costituzionale ha segnato una svolta nel diritto di famiglia italiano, stabilendo che anche le persone singole possono adottare minori stranieri in situazione di abbandono. Con la pronuncia, la Consulta ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l’articolo 29-bis, comma 1, della legge numero 184 del 1983, che fino a oggi riservava l’adozione internazionale esclusivamente alle coppie sposate. La decisione rappresenta un passo significativo verso un sistema giuridico più inclusivo, capace di garantire ai minori in difficoltà una maggiore possibilità di trovare una famiglia.

Il contesto normativo e la decisione della Corte

L’adozione internazionale è sempre stata regolata da normative stringenti volte a tutelare il benessere del minore, garantendogli un ambiente stabile e sicuro. Tuttavia, la normativa italiana escludeva esplicitamente le persone singole dalla possibilità di adottare un minore residente all’estero, restringendo questa opportunità alle sole coppie sposate. La Corte Costituzionale, con la sentenza depositata oggi, ha ritenuto che tale esclusione fosse in contrasto con gli articoli 2 e 117, primo comma, della Costituzione, in relazione all’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Secondo la Consulta, la disciplina dichiarata illegittima «comprimeva in modo sproporzionato l’interesse dell’aspirante genitore a rendersi disponibile rispetto a un istituto, qual è l’adozione, ispirato a un principio di solidarietà sociale a tutela del minore». In altre parole, pur non attribuendo un diritto assoluto all’adozione, il desiderio di diventare genitori rientra nella libertà di autodeterminazione della persona e deve essere considerato in equilibrio con l’interesse superiore del minore.

Le motivazioni della Consulta

La decisione della Corte si basa su una visione moderna del diritto di famiglia, che riconosce l’evoluzione della società e la necessità di adottare misure più inclusive. L’adozione non è solo un diritto per chi desidera diventare genitore, ma soprattutto un’opportunità per il minore di trovare una famiglia capace di offrirgli stabilità e amore. Escludere le persone singole dall’adozione internazionale significava limitare ingiustificatamente il numero di potenziali famiglie disponibili, andando contro il principio di solidarietà sociale.

Uno dei punti chiave della sentenza riguarda proprio l’interesse del minore: secondo la Corte, non è ragionevole né proporzionato escludere a priori la possibilità che una persona single possa offrire un ambiente idoneo e affettuoso a un bambino in stato di abbandono. L’idoneità all’adozione deve essere valutata caso per caso, senza discriminazioni legate allo stato civile del genitore adottivo.

L’impatto della sentenza e i prossimi passi

La decisione della Corte Costituzionale avrà un impatto significativo sul sistema delle adozioni internazionali in Italia. Fino a oggi, le persone single potevano adottare solo in casi particolari e con molte restrizioni. Ora, con la dichiarazione di incostituzionalità dell’articolo 29-bis, il Parlamento dovrà adeguare la normativa, garantendo un processo di adozione più equo e accessibile anche a chi non è sposato.

Si prevede che nei prossimi mesi verranno emanate nuove disposizioni per stabilire criteri chiari e procedure per l’adozione da parte di persone singole. È probabile che, come avviene già in altri Paesi europei, i candidati vengano sottoposti a un’attenta valutazione per garantire che siano in grado di offrire al minore un ambiente familiare idoneo.

Le reazioni alla sentenza

La sentenza ha suscitato reazioni contrastanti. Le associazioni che si occupano di diritti dell’infanzia e delle adozioni hanno accolto con favore la decisione della Consulta, sottolineando come questa scelta possa ampliare le opportunità per i minori abbandonati di trovare una famiglia. Secondo Save the Children, la sentenza rappresenta «un passo avanti fondamentale nella tutela dei diritti dei minori e nella garanzia del loro benessere».

D’altra parte, alcuni esponenti politici e associazioni familiari hanno espresso perplessità, temendo che l’assenza di una coppia possa privare il bambino di un modello educativo completo. Tuttavia, diversi esperti di diritto di famiglia ricordano che ciò che conta davvero è la capacità di fornire amore, stabilità e sicurezza, indipendentemente dal numero di genitori adottivi.

Adozione per single in Europa: un confronto

L’Italia si allinea così a diversi altri Paesi europei che già consentono l’adozione ai single. In Francia, Germania e Spagna, le persone non sposate possono adottare un minore sia a livello nazionale che internazionale, purché soddisfino i requisiti richiesti dalle autorità competenti. Anche nel Regno Unito, l’adozione da parte di single è una pratica consolidata, basata su un’attenta valutazione delle capacità educative e affettive del candidato.

Questa apertura normativa ha portato a un incremento delle adozioni, permettendo a molti bambini di trovare un ambiente familiare amorevole, indipendentemente dallo stato civile del genitore adottivo. L’Italia, con questa sentenza, si adegua quindi a una tendenza già presente in molti altri Stati europei.