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05/07/2025 ore 13.10
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Dopo 17 anni risolto il cold case della decapitazione sull’A22: arrestato il suocero

Il corpo decapitato abbandonato lungo l’autostrada del Brennero nel 2008 era di Mustafa Sahin, ucciso dal suocero Alfonso Porpora. La testa ritrovata in Germania ha svelato il mistero.
di Redazione

Il mistero del corpo decapitato ritrovato lungo l’autostrada del Brennero (A22) il 21 febbraio 2008 è finalmente stato risolto dopo 17 anni. Il Procuratore capo di Bolzano, Alex Bisignano, ha annunciato la conclusione delle indagini sul cold case che ha tenuto in ansia l’Alto Adige per quasi due decenni.

La vittima si chiamava Mustafa Sahin, un giovane di 20 anni di origini tunisine e tedesche, ucciso poche settimane prima del ritrovamento. L’assassino è il suocero, Alfonso Porpora, 61 anni, che solo anni dopo ha confessato il delitto. La testa di Mustafa è stata scoperta in Germania, nel giardino della casa dove Porpora viveva nel 2008, a Sontheim an der Brenz, sepolta sotto lastre di cemento dal nuovo proprietario durante lavori di ristrutturazione.

Il corpo di Mustafa era stato trovato in Italia, lungo l’A22, all’interno di uno scatolone pesante. Le indagini iniziali non erano riuscite a identificarlo, né le impronte né le ricerche in archivi nazionali e internazionali avevano fornito risposte. Solo il riconoscimento da parte della moglie, figlia di Porpora, e il successivo confronto genetico hanno confermato l’identità.

Alfonso Porpora, siciliano emigrato in Germania, era stato arrestato già nel 2019 per altri omicidi, tra cui quello di un altro uomo smembrato e nascosto in vari luoghi. Nel corso degli interrogatori è emerso che aveva ucciso anche Mustafa, strangolandolo in un garage e poi decapitando il giovane con grande precisione usando una motosega. Il corpo era stato abbandonato sull’autostrada nel tentativo di nascondere il crimine.

Il movente è legato alla relazione tra Mustafa e la figlia di Porpora: costretti a sposarsi per una gravidanza, la famiglia del suocero non aveva mai accettato l’unione. La stampa tedesca ha soprannominato Porpora “il padre-killer di Sontheim”. L’uomo è stato condannato all’ergastolo, così come i suoi figli coinvolti nei delitti.

Questo caso, tra i più macabri e intricati dell’area, chiude finalmente un capitolo doloroso e riporta alla luce la verità nascosta per anni dietro uno dei cold case più misteriosi dell’Alto Adige.