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22/07/2025 ore 09.26
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Ex ministro Sangiuliano stalkerizzato dalla Boccia. “Costretto ad andare in bagno con la porta aperta”

La vicenda dell'ex ministro Gennaro Sangiuliano è al centro di un’inchiesta per stalking e interferenze illecite, con l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia accusata di aver manipolato la sua vita privata e professionale. Le indagini rivelano un controllo totale, tra minacce, registrazioni clandestine e accesso remoto ai dispositivi del ministro

di Redazione

Un'inchiesta che ha scosso il mondo della politica e delle istituzioni, con al centro un ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, vittima di una serie di episodi inquietanti di stalking e interferenze illecite. La procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e le sostitute Giulia Guccione e Barbara Trotta sono al lavoro per chiedere il rinvio a giudizio di Maria Rosaria Boccia, l’imprenditrice accusata di manipolare la vita privata e professionale del ministro.

Secondo le carte dell’inchiesta, Boccia ha messo in atto ben 33 episodi di stalking nei confronti di Sangiuliano e delle persone a lui vicine, tra cui il suo capo di gabinetto, Francesco Gilioli, e sua moglie Federica Corsini. La situazione si sarebbe aggravata con l’obbligo di espletare i propri bisogni con la porta aperta, una delle molte vessazioni quotidiane che il ministro avrebbe subito, come evidenziato dai pm. In un episodio raccontato, la registrazione di una conversazione tra il ministro e sua moglie, riguardante una relazione extraconiugale, sarebbe stata usata come strumento di manipolazione psicologica.

Le accuse

Le accuse includono anche il falso ideologico, in quanto Boccia avrebbe mentito al capo di gabinetto riguardo al suo curriculum, ma la questione più grave riguarda le interferenze dirette nel ministero. Boccia, infatti, avrebbe avuto accesso da remoto al cellulare del ministro, riuscendo a monitorare ogni sua mossa, compresi i colloqui istituzionali, che cercava di manipolare a suo favore.

La vita è come un ristorante

Il riferimento alla chiave d’oro di Pompei, un simbolo del potere che il sindaco doveva consegnare al ministro come premio, scomparso senza spiegazioni, è un altro dei numerosi segnali di interferenza. In particolare, durante una trasferta a Sanremo, Boccia avrebbe costretto Sangiuliano a una seduta al bagno "a porta aperta", mentre il controllo psicologico era esercitato anche tramite minacce velate.

La vicenda si arricchisce di un dettaglio sconcertante: la minaccia di una frase che segna il tono della manipolazione psicologica: «La vita è come un ristorante, nessuno se ne va senza pagare». Secondo l’accusa, l’ansia e la paura vissute dal ministro sarebbero state tali da causare anche un significativo dimagrimento e pensieri suicidi.

Un episodio emblematico della violenza psicologica di Boccia avviene quando la consulente tenta di interferire con la vita privata del ministro, imponendo di mantenere una conversazione telefonica mentre lui confessa il tradimento alla moglie. Un'invasione del privato che avrebbe spinto Sangiuliano a un perdurante stato di angoscia.

L'inchiesta continua a svilupparsi, con una tensione crescente e una vittima che si è trovata intrappolata in un gioco psicologico e manipolativo, con gravi implicazioni per la sua salute mentale e fisica.