Femminicidio, la nuova legge punirà quasi sempre con l'ergastolo
Il femminicidio sarà punito con l’ergastolo nella maggior parte dei casi, anche in assenza di una relazione tra vittima e assassino. Questa è la novità contenuta nella bozza del disegno di legge che modifica il Codice Penale, anticipata da Francesco Bechis su Il Messaggero. Attualmente, secondo il Codice Rosso, introdotto nel 2019, il femminicidio era punito con l’ergastolo solo quando esisteva una relazione tra la vittima e l’assassino. La nuova proposta prevede una modifica sostanziale, stabilendo che chiunque cagioni la morte di una donna per motivi di discriminazione o odio, o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o libertà, sarà punito con l’ergastolo. La nuova norma inserisce un articolo 577 bis nel codice penale, intitolato appunto “Femminicidio”, che rende esplicitamente l’omicidio di una donna un crimine autonomo e specifico, con una pena severa e inalterabile, ovvero l’ergastolo.
La bozza di legge modifica anche la questione delle attenuanti e delle aggravanti. Quando un’attenuante prevale su un’aggravante, la pena per femminicidio non potrà scendere sotto i 24 anni di carcere. Se ci sono più attenuanti prevalenti, la pena non scenderà mai sotto i 15 anni. Inoltre, l’articolo 577 bis prevede un sistema di aggravanti specifiche relative all’odio verso le donne, applicabile anche agli altri crimini violenti.
Il disegno di legge mira anche a rafforzare la protezione delle vittime durante tutto il procedimento legale, con particolare attenzione alla loro partecipazione. In caso di reati da codice rosso, il pubblico ministero non potrà delegare l’audizione della vittima alla polizia giudiziaria, e la vittima dovrà essere informata di eventuali misure premiali o dell’uscita dal carcere dell’autore del delitto. La legge introduce inoltre misure più severe per i maltrattamenti familiari o tra conviventi, con pene aumentate fino alla metà quando l’atto è commesso per motivi di odio verso la persona offesa.
Le nuove misure comprendono anche un inasprimento delle pene per reati come minacce e revenge porn, crimini spesso legati alla violenza di genere. Il disegno di legge è stato presentato dal governo e la conferenza stampa di presentazione si terrà prossimamente con la partecipazione dei ministri Eugenia Roccella, Carlo Nordio e Elisabetta Casellati. Questa riforma rappresenta un passo avanti significativo nel contrasto alla violenza di genere, cercando di garantire maggiore protezione alle donne e di porre fine a una cultura di impunità che ha caratterizzato per troppo tempo i crimini contro di loro.