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14/07/2025 ore 13.10
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Foti (FdI): «Dazi Usa al 30%? Il tavolo salta, ma serve calma e strategia»

La possibile escalation dei dazi statunitensi sull’Unione Europea tiene banco nella politica italiana ed europea. A parlare con Repubblica è Tommaso Foti, ministro degli Affari Europei e del Pnrr, figura di spicco di Fratelli d’Italia, che invita alla cautela e a un approccio diplomatico nella delicata trattativa commerciale con l’amministrazione Trump. Il nodo cruciale è
di Redazione
epa10289144 Former President Donald Trump speaks at a rally for Mehmet Oz, Republican Senate candidate from Pennsylvania, in Latrobe, Pennsylvania, USA, 05 November 2022. The US midterm elections are held every four years at the midpoint of each presidential term and this year include elections for all 435 seats in the House of Representatives, 35 of the 100 seats in the Senate and 36 of the 50 state governors as well as numerous other local seats and ballot issues. EPA/JIM LO SCALZO

La possibile escalation dei dazi statunitensi sull’Unione Europea tiene banco nella politica italiana ed europea. A parlare con Repubblica è Tommaso Foti, ministro degli Affari Europei e del Pnrr, figura di spicco di Fratelli d’Italia, che invita alla cautela e a un approccio diplomatico nella delicata trattativa commerciale con l’amministrazione Trump.

Il nodo cruciale è rappresentato dall’ipotesi che Washington innalzi i dazi al 30%. «Se questo accadrà, il tavolo della trattativa salterà», avverte Foti, «ma adesso non è il momento dei toni muscolari». Secondo il ministro, infatti, una escalation incontrollata rischierebbe di scatenare un effetto panico sui mercati, con conseguenze pesanti per tutti gli attori coinvolti. «Ci vuole calma e nervi saldi. Va trovato un punto di equilibrio», afferma.

Sul fronte dei numeri, Foti preferisce non sbilanciarsi: «Non parlo di percentuali, rischiamo solo brutte figure. La lettera di Trump, che ha una natura informativa, lascia però intendere una disponibilità al dialogo». È proprio questa apertura a dare un margine di speranza, in un contesto che potrebbe rapidamente degenerare in una guerra commerciale.

Il ministro sottolinea anche l’importanza di preservare l’unità occidentale, ritenendo che in un negoziato commerciale la componente politica sia centrale. «La trattativa deve mantenere una dimensione tecnica, ma senza perdere di vista l’unità politica del fronte europeo e occidentale».

In merito alla posizione della Francia e del presidente Macron, che hanno invocato controdazi in risposta alla minaccia Usa, Foti chiede di evitare tensioni premature: «I toni muscolari vanno usati alla fine, non all’inizio. La strategia di Trump è chiara, ma reagire in modo sguaiato sarebbe un errore. Serve molta tattica e capacità negoziale».

Le contromisure da parte europea, già pronte, non devono essere esibite per ora. «Non vedo necessità di battere i pugni sul tavolo, concentriamoci sull’accordo». Un accordo che, spiega, deve contemperare le esigenze di tutti per evitare che una guerra commerciale faccia male a tutti.

Infine, sul possibile intervento del governo italiano con sussidi a favore delle categorie più colpite, Foti preferisce mantenere la riservatezza: «Parlarne adesso indebolisce la nostra posizione. Idee precise ci sono, ma è prematuro anticiparle o applicarle. La trattativa è ancora aperta e quel 30% si può togliere dal tavolo».

Un invito dunque a non cedere a provocazioni o isterie ma a gestire con prudenza e lungimiranza una partita delicata che coinvolge interessi economici e politici di portata globale.