Gaza, nuova proposta di tregua al Cairo
Hamas valuta un cessate il fuoco di 60 giorni. Amnesty denuncia “campagna di fame”, Teheran accusa Israele di genocidio
Il conflitto in Medio Oriente è giunto al giorno 682 senza segnali concreti di pace, ma sul tavolo diplomatico si apre un nuovo spiraglio. A Il Cairo i negoziatori di Hamas hanno ricevuto una proposta di cessate il fuoco di 60 giorni, che prevede il rilascio degli ostaggi in due tranche.
Un funzionario palestinese, rimasto anonimo, ha parlato di un «accordo quadro per avviare negoziati su un cessate il fuoco permanente». La bozza sarà ora sottoposta a consultazioni interne con la leadership di Hamas e con altre fazioni palestinesi.
Intanto, sul terreno la guerra continua. Le Forze di difesa israeliane hanno reso noto di aver neutralizzato una “cellula terroristica” nell’area del cosiddetto “vecchio cimitero” di Khan Yunis. Ma la popolazione civile resta schiacciata tra bombardamenti ed evacuazioni forzate. «La vita qui è molto difficile. È arrivato un ordine di evacuazione di tutto il quartiere», ha dichiarato il parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli.
Durissime le accuse internazionali. Per il ministro degli Esteri iraniano, Esmaeil Baqaei, l’offensiva israeliana rappresenta «un chiaro segno di pulizia etnica e genocidio dei palestinesi». Non meno netta Amnesty International, che denuncia una «deliberata campagna di fame» condotta da Israele nella Striscia, volta a distruggere «salute, benessere e tessuto sociale della vita palestinese».
Il quadro resta quindi drammatico, ma la proposta di tregua potrebbe aprire a un nuovo percorso negoziale. Le prossime ore diranno se Hamas deciderà di dare un segnale di apertura o se la guerra proseguirà ancora senza sosta.