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21/03/2025 ore 15.52
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Hai scritto un post contro Trump? Se vai negli Usa rischi di essere rimandato a casa

Cittadini fermati, detenuti e respinti: la rigida politica dei confini USA pesa su viaggi e turismo. E c'è un crollo di prenotazioni per gli Usa anche dall'Italia
di Redazione

Negli ultimi mesi, la rigida gestione dei confini statunitensi ha generato numerose controversie, colpendo non solo immigrati privi di documenti, ma anche cittadini europei in regola con il visto. Diversi viaggiatori, tra cui accademici e professionisti, hanno denunciato episodi di detenzione prolungata, perquisizioni invasive e respingimenti arbitrari. La situazione sta attirando critiche da parte dei governi europei, in particolare Francia e Germania, che hanno aggiornato le loro raccomandazioni di viaggio per avvertire i cittadini dei possibili rischi di ingresso negli Stati Uniti.

Uno dei casi più eclatanti riguarda un professore francese, esperto di studi spaziali e membro del Centro nazionale di ricerca scientifica (Cnrs), fermato in Texas lo scorso 9 marzo. Gli agenti di frontiera hanno esaminato il suo cellulare, trovando messaggi critici nei confronti del presidente Donald Trump, classificati come «messaggi di odio qualificabili come terrorismo». L’accademico è stato immediatamente rispedito in Francia, suscitando l’indignazione del ministro dell’Istruzione Superiore francese, Philippe Baptiste, che ha definito il rimpatrio «deplorevole» e un attacco alla libertà di espressione e alla ricerca accademica.

La Germania ha risposto in modo ancora più diretto, modificando le linee guida del Ministero degli Esteri per avvisare i viaggiatori diretti negli Stati Uniti. Il governo tedesco ha sottolineato come anche un lieve superamento della validità del visto o dichiarazioni poco chiare sui motivi del viaggio possano portare alla detenzione e all’espulsione immediata. Diversi cittadini europei hanno raccontato di essere stati ammanettati, incatenati e trasferiti in centri di detenzione per giorni o settimane prima di essere rimandati nei loro paesi d’origine.

Questa stretta sui controlli sta avendo ripercussioni anche sul turismo. Le compagnie aeree minimizzano il problema, ma i dati parlano chiaro: secondo Tourism Economics, i viaggi verso gli Stati Uniti subiranno un calo del 5% quest’anno, causando una perdita di 64 miliardi di dollari. Diminuzioni significative sono state registrate soprattutto da Italia (-9,5%), Francia (-6%) e Germania (-7%), segno di un crescente timore tra i viaggiatori.

Mentre l’amministrazione americana difende la rigidità dei controlli come necessaria per la sicurezza nazionale, l’inasprimento delle politiche di frontiera rischia di compromettere non solo i rapporti diplomatici con gli alleati europei, ma anche l’attrattività degli Stati Uniti come meta turistica e accademica.