Il crollo dell’impero di Chiara Ferragni: tenore di vita altissimo e spese legale milionarie
Il Caso Pandoro, la fine del matrimonio con Fedez e il rinvio a giudizio per truffa aggravata hanno lasciato un segno profondo sulle attività imprenditoriali di Chiara Ferragni. Oggi, la sua società Fenice Srl si trova ad affrontare una crisi senza precedenti: il fatturato, che nel 2022 superava i 14 milioni di euro, rischia di scendere a soli 2 milioni nel 2024, segnando un crollo di oltre sette volte.
Secondo le indiscrezioni rivelate da Gabriele Parpiglia, l’influencer avrebbe già speso circa 3 milioni di euro in spese legali. Un costo pesante, soprattutto in un periodo in cui gli incassi si sono drasticamente ridotti.
Nella sua newsletter, Parpiglia sottolinea come il patrimonio di Ferragni, stimato attorno ai 40 milioni di euro (escluso l’immobile di proprietà), si stia erodendo rapidamente a causa del mantenimento di uno stile di vita estremamente alto.
La casa da 24 milioni sarà il tesoretto?
Un elemento chiave della sua situazione patrimoniale è l’immobile di lusso, acquistato per 14 milioni di euro e oggi valutato 24 milioni. Secondo Parpiglia, questa proprietà potrebbe diventare il suo paracadute economico, qualora si rendesse necessario un intervento per evitare difficoltà finanziarie più gravi.
“Non ci sarebbe da stupirsi se, a breve, per evitare una bancarotta, la casa possa diventare il tesoretto economico fondamentale per la Ferragni per ripartire, mettendola in vendita”, scrive il giornalista.
Il futuro di Ferragni: tra crisi e rilancio
Parpiglia conclude con un riferimento alla relazione con Giovanni Tronchetti Provera, sottolineando come un possibile consolidamento della coppia e l’eventuale chiusura positiva del processo potrebbero rappresentare una nuova ripartenza per l’influencer.
Nel frattempo, però, il cammino resta in salita.
I numeri della crisi
Nel 2023, Fenice Srl avrebbe registrato ricavi tra 11 e 12 milioni di euro, un calo rispetto all’anno precedente ma non ancora drammatico. Il vero tracollo è atteso nel 2024, con una previsione di appena 2 milioni di fatturato. Per far fronte alla crisi, si è puntato su un drastico taglio dei costi: i dipendenti sono stati dimezzati da 16 a 8, gli uffici sono stati chiusi e le attività trasferite nei locali della holding Sisterhood.
A gestire questa fase critica è Claudio Calabi, amministratore unico, subentrato dopo il passo indietro di Ferragni.
Chi comanda in Fenice Srl?
Attualmente, Chiara Ferragni non è la socia di maggioranza: detiene il 32,5% delle quote, mentre il controllo maggiore è in mano a Paolo Barletta (40%). Il terzo socio, Pasquale Morgese (27,5%), appare più scettico sul rilancio della società, a differenza di Ferragni e Barletta, che sembrano allineati sulla strategia per cercare di risollevare Fenice Srl.
Con le assemblee imminenti e un futuro incerto, il destino dell’impero Ferragni sembra appeso a un filo.