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28/01/2025 ore 09.34
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Il governo assalta la Cultura: tra fondi per presepi e luminarie spuntano emendamenti e condoni

Tra finanziamenti a eventi culturali, proposte territoriali e condoni mascherati, il decreto Cultura svela gli interessi dei parlamentari
di Redazione

Stretti dai vincoli di bilancio, deputati e senatori stanno cercando di far approvare le loro proposte all’interno del cosiddetto decreto Cultura, attualmente in discussione alla Camera. Il provvedimento, nato per introdurre misure urgenti su patrimonio culturale, editoria e formazione, è diventato terreno fertile per una pioggia di emendamenti: ben 275.

Le richieste parlamentari

Le proposte spaziano da finanziamenti a festival ed eventi culturali a misure più specifiche, legate spesso ai territori di provenienza dei deputati.

Anche l’opposizione delle Minoranze Linguistiche propone interventi significativi, come 2 milioni di euro annui per valorizzare i carnevali storici.

Condoni mascherati

Non mancano proposte più controverse. Un emendamento di Jimmy Cangiano (FdI) prevede un programma straordinario per la restituzione volontaria di beni archeologici detenuti illegalmente, garantendo ai privati l’esonero da responsabilità penali e amministrative, salvo nei casi di traffico illecito.

Cangiano ha inoltre avanzato una proposta di regolarizzazione per edifici in zone sottoposte a vincolo paesaggistico, se costruiti prima del 1984, anno in cui la legge ha tutelato aree naturali come coste, montagne e parchi.

Più poltrone al ministero

Tra gli emendamenti di FdI figurano anche misure per incrementare il personale al Ministero della Cultura (MiC) con la creazione di un’unità di missione per il Piano Olivetti, destinata alla valorizzazione della filiera culturale nelle periferie. La proposta include otto nuovi posti con un finanziamento di 866mila euro annui e l’assunzione di un nuovo dirigente nel gabinetto del ministro.

Il nodo delle priorità

Molti emendamenti risultano coerenti con il decreto, ma resta da vedere quali verranno approvati e quali scartati. Tuttavia, l’introduzione di condoni e nuove strutture amministrative solleva dubbi sulle priorità del parlamento, in un momento in cui le risorse sono limitate.

La discussione sul decreto Cultura diventa così lo specchio di un parlamento che cerca di mediare tra le esigenze del settore e le spinte particolari dei rappresentanti territoriali.