Indagato per abusi su minori don Samuele Marelli, ex direttore della FOM
La procura di Monza ha aperto un’indagine su don Samuele Marelli, ex direttore della Fondazione oratori milanesi (FOM), per presunti abusi sessuali su minori. I fatti contestati risalgono al periodo in cui il sacerdote era vicario della congregazione Giovanni Paolo II di Seregno, in provincia di Monza. All’epoca, oltre al ruolo di vicario, Marelli coordinava anche le attività pastorali giovanili di sei parrocchie del territorio.
L’inchiesta della magistratura è scaturita dalla segnalazione di alcune famiglie, i cui figli frequentavano l’oratorio di Seregno. Secondo quanto emerso, i giovani avrebbero raccontato di comportamenti inappropriati e molestie da parte di don Marelli. Gli episodi sarebbero stati portati all’attenzione anche dagli educatori del centro, che hanno presentato un esposto alle autorità competenti.
La sospensione dalla Curia e il procedimento ecclesiastico
Già da circa un anno la Curia aveva deciso di sospendere don Marelli da ogni attività pastorale, in seguito a segnalazioni interne. Oltre all’indagine penale condotta dalla procura di Monza, a suo carico è stato avviato anche un procedimento presso il Tribunale ecclesiastico Lombardo. Quest’ultimo dovrebbe pronunciarsi a breve sulla posizione del sacerdote in ambito canonico.
La decisione della Curia di sospendere Marelli prima ancora dell’intervento della magistratura dimostra che le accuse nei suoi confronti erano già state oggetto di valutazione interna. Tuttavia, non è chiaro se le autorità ecclesiastiche abbiano segnalato autonomamente il caso alla giustizia civile o se l’intervento sia avvenuto solo in seguito alla denuncia delle famiglie.
Chi è don Samuele Marelli?
Don Samuele Marelli è una figura di spicco nel panorama della pastorale giovanile lombarda. Per anni ha ricoperto ruoli di responsabilità, prima come vicario a Seregno e poi come direttore della Fondazione oratori milanesi, incarico da cui si è dimesso a seguito della sospensione imposta dalla Curia. La FOM è un’istituzione importante nell’ambito dell’educazione religiosa dei giovani in Lombardia, e il suo direttore ha un ruolo chiave nell’organizzazione delle attività oratoriali della diocesi.
Durante il suo mandato, Marelli ha lavorato a stretto contatto con giovani, educatori e sacerdoti, contribuendo alla definizione di progetti educativi e pastorali. La notizia dell’indagine a suo carico ha destato scalpore negli ambienti ecclesiastici e tra le comunità parrocchiali, che per anni lo hanno considerato un punto di riferimento.
Le reazioni della comunità e della Chiesa
La notizia dell’indagine su don Marelli ha suscitato reazioni diverse all’interno della comunità religiosa e civile. Da un lato, vi è chi esprime sgomento e delusione, soprattutto tra coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato per il suo impegno nei confronti dei giovani. Dall’altro, vi sono le famiglie che hanno denunciato le presunte molestie, che chiedono giustizia e chiarezza sulla vicenda.
Anche all’interno della Chiesa, la vicenda sta provocando un acceso dibattito. Alcuni sacerdoti e fedeli ritengono necessario attendere l’esito delle indagini prima di esprimere un giudizio definitivo, mentre altri sottolineano l’importanza di proteggere le presunte vittime e di fare piena luce sui fatti.
La diocesi di Milano, a cui la Fondazione oratori milanesi fa riferimento, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito all’indagine in corso. Tuttavia, fonti vicine alla Curia affermano che la decisione di sospendere Marelli era stata presa con l’obiettivo di garantire la massima tutela ai minori e di evitare ogni possibile rischio.
L’inchiesta e i prossimi passi
Le indagini della procura di Monza sono ancora in fase preliminare. Gli inquirenti stanno raccogliendo testimonianze e documentazione per accertare l’effettiva fondatezza delle accuse. È probabile che nei prossimi mesi vengano ascoltati altri testimoni, tra cui educatori e sacerdoti che hanno collaborato con don Marelli nel corso degli anni.
Non è ancora chiaro se il sacerdote sia stato formalmente interrogato dalle autorità giudiziarie o se si sia difeso pubblicamente dalle accuse. Finora, il suo legale non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma è possibile che la sua difesa si basi sulla contestazione delle testimonianze raccolte.
L’eventuale rinvio a giudizio dipenderà dagli elementi che emergeranno nel corso delle indagini. Se la procura riterrà di avere prove sufficienti, il caso potrebbe arrivare in tribunale, con conseguenze significative sia per Marelli sia per l’istituzione ecclesiastica coinvolta.