Nuovo attacco missilistico iraniano contro Israele: colpiti edifici a Tel Aviv, feriti e danni gravi nel sud del Paese
Una nuova escalation ha investito il conflitto tra Israele e Iran. Nella notte, missili balistici lanciati da Teheran hanno colpito almeno quattro località in territorio israeliano, tra cui alcuni edifici nel centro di Tel Aviv. Le esplosioni hanno causato feriti e danni rilevanti, in particolare nel sud del Paese, dove l’ospedale Soroka di Be’er Sheva risulta tra le strutture danneggiate.
Secondo quanto riferito dalle Forze di difesa israeliane (Idf), uno dei missili lanciati conteneva una testata a grappolo, progettata per disperdere submunizioni in un raggio di circa 8 chilometri, aumentando esponenzialmente la superficie colpita. L’ordigno si sarebbe aperto a circa 7 chilometri dal suolo, rilasciando circa 20 proiettili secondari.
Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato in un’intervista all’emittente pubblica Kan che Israele dispone delle capacità militari necessarie per distruggere ogni sito nucleare iraniano, incluso l’impianto sotterraneo di Fordow. “Colpiremo tutti i loro impianti nucleari. Abbiamo la capacità di farlo”, ha affermato.
Nel quadro delle tensioni crescenti, Donald Trump – secondo fonti riportate da CBS News – è stato aggiornato sui possibili vantaggi e rischi di un’azione militare contro Fordow. L’ex presidente Usa, che sostiene la necessità di agire, ritiene che l’impianto rappresenti una minaccia imminente.
Israele attende ora una decisione da Washington. Secondo un funzionario citato dal Times of Israel, Tel Aviv spera che gli Stati Uniti decidano entro 24-48 ore se partecipare all’offensiva: «Devono scegliere in autonomia, ma ci aspettiamo una risposta rapida».
Sul fronte iraniano, cresce il rischio di un’ulteriore estensione del conflitto. Alcuni esponenti del parlamento di Teheran, come Ali Yazdih e Benham Saeidi, hanno ventilato l’ipotesi della chiusura dello Stretto di Hormuz, considerata una “risposta legittima” a un eventuale coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto.
La Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei, è intervenuto su X con un messaggio alla popolazione: «L’ingresso degli Stati Uniti nel conflitto è un segno della debolezza del regime sionista. Se il nemico percepisce paura, continuerà ad attaccare. Servono forza e determinazione».
Dal centro medico Soroka, colpito da uno dei missili, Netanyahu ha rilanciato l’allerta militare: «Nessuno è immune. Tutte le opzioni restano aperte», facendo intendere che una risposta armata diretta contro i vertici iraniani, incluso l’ayatollah Khamenei, non è esclusa.